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Uomini alla fine del mondo
Siamo al cospetto di uno dei più grandi romanzieri latino-americani del XX secolo, spesso paragonato ad autori come Conrad e Melville. Una breve introduzione a questa raccolta di racconti è stata scritta da Luis Sepulveda ed è colma di ammirazione, vi si riconosce in Coloane un talento smisurato nel saper descrivere singolari personaggi, pionieri in una terra inospitale.
Vorrei poter unire il mio insignificante plauso a quello dei numerosi estimatori, ma qualcosa non ha funzionato nel mio approccio a questo testo.
Non so spiegarmi perché io non riesca a farmi coinvolgere pienamente dai racconti brevi, ma lo devo ormai accettare come un dato di fatto e pertanto le premesse non erano positive. Un secondo influente fattore lo fornisce il mio amore per i grandi scrittori sudamericani, uno su tutti Garcia Marquez. Un’assonanza con quel genere di romanzo era ciò che mi aspettavo di trovare tra le pagine di “Terra del fuoco”. Col senno di poi mi rendo conto che gli autori ai quali Coloane è stato paragonato non sono affatto latino-americani, che “Moby Dick” non ha affinità con “Cent’anni di solitudine”. Ho appurato quanto sia adeguato tale accostamento, rendendomi conto di aver cercato di stabilire un contatto partendo da presupposti errati.
Nei nove racconti raccolti sotto il denominatore comune del territorio in cui sono ambientati, è la sterminata e selvaggia regione la vera protagonista, fucina di personaggi orfani di speranze, privi di illusioni. Sono storie che ho immaginato di ascoltare seduto ai margini di un bivacco, nella penombra procurata dalla luce lunare e dalle braci schioppettanti di un fuoco morente, narrate con voce calda da un vecchio nostalgico.
La Terra del fuoco è ai confini del mondo e coloro che la abitano rappresentano i confini del genere umano. Le loro anime corrose dal mare e dai venti impetuosi, da una vita solitaria e infelice, dallo sfaldamento dei propri sogni, altro non sono che la metafore di quelle spiagge e di quelle scogliere disagevoli e lontane che il tempo logora, trasforma e vince.
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