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Il sogno di viaggiare
Pic è il ragazzo più nero che si si sia visto nella sua scuola, e quando glielo fano notare dà una bella alzata di spalle e pensa che non ci sia niente di strano. Vive nel North Carolina degli anni '40 in un ambiente profondamente razzista, isolato e con pochi contatti con l'esterno. Pic è felice pensa che nessuno si diverta tanto come lui a starsene seduto col cane sui gradini di un emporio scalcinato e vedere chi passa, a rompere la ragnatela di un ragno o semplicemente a stare in compagnia col nonno. Poi, il nonno muore e la sua vita ha una virata che grazie al suo ottimismo e alla sua curiosità e gioia di vivere gli aprono davanti opportunità inimmaginabili. Una notte suo fratello Slim: la pecora nera della famiglia, quello che se ne è andato a New York per fare fortuna e ha abbondonato i suoi torna e gli chiede di avere fiducia in lui. Pic gliela concede, si lascia caricare sulle sue spalle, e mai se ne pentirà. Quella fuga nella notte è l'inizio di un viaggio, forse per noi banale, ma per un ragazzino ingenuo e più piccolo della sua età è una continua scoperta. Il viaggio su un grosso autobus lo affascina e lo sconvolge allo stesso tempo. Da qui vede la sua prima città, scopre che c'è un confine passato il quale anche lui: un ragazzo nero, diventa un persona come le altre e può scegliere dove sedersi e con chi interagire. Sceso dall'autobus solo pochi giorni per farsi inebriare dalla gande mela. e poi di nuovo in strada per una nuova avventura: questa volta verso la California e con pochi soldi in tasca. Passaggi in autostop, lunghe scarpinate per Pic non altro che un sogno realizzato che neppure sapeva di avere.
Mi è piaciuto molto questo racconto, peccato che si sia per così dire interrotto bruscamente con un arrivo frettoloso alla destinazione e nessuna altra informazione. Ma forse trattandosi di una cronaca di viaggio, così doveva finire.