Dettagli Recensione
Spiritualità spicciola...
Difficilmente scrivo commenti "tranchant" sui libri, anche su quelli che non mi son piaciuti...ma con questo faccio davvero fatica a contenermi.
Una delusione su tutti fronti, ma proprio tutti...
Una sorta di diario di viaggio con l'ambizione di assumere le sembianze di un documentario sugli aborigeni australiani, dal taglio nettamente spirituale.
Trattasi però di una spiritualità da due soldi, così banale da far rimpiangere l'alchimista di Coelho.
E ho detto tutto.
Peccato poi scoprire anche che tutto ciò che hai letto è stato inventato dall'autrice.
"Inventato".
Praticamente una truffa.
Aggiungiamoci anche una scrittura banale e un valore letterario non pervenuto...ed ecco che il quadro è completo.
Tutto il libro gira intorno al pronome "io"...io, io, io, io di là, io di qua, io così, io cosà.
Fastidiosissimo.
Ci sono delle parti a dir poco imbarazzanti per quanto risultino ridicole.
Ma che davvero?...
Telepatia?
Fratture ossee curate con la sola imposizione delle mani e "parlando all'osso"? Animali che si offrono spontaneamente per essere uccisi e sfamare la tribù?
Ma la vera chicca, per me, è la lettera finale a nome di un aborigeno della tribù che le avrebbe fatto dono di questa esperienza illuminante, un certo Burnam Burnam, in cui dichiara di aver letto il libro, e la ringrazia per aver reso onore al loro modo di vivere e alla loro filosofia di vita.
Peccato che per tutte le 220 pagine non abbia fatto altro che ripetere che tale tribù era analfabeta...nessuno sapeva né leggere né scrivere.
Le basi proprio...