Dettagli Recensione
Un viaggio di inaspettata modernità
Ho letto questo libro dopo averlo tenuto per quasi un anno sulla mensola dei libri mai letti, pensando fosse il solito classico "polpettone" e illeggibile, infarcito di descrizioni esageratamente dettagliate e poca azione.
Posso assicurarvi che non è nulla di tutto questo. Ovviamente, trattandosi di un romanzo d'avventura, l'incipit non è mai un tripudio di entusiasmo, in poche parole non ti ispira a continuare, bisogna superare il blocco iniziale della presentazione del protagonista, della sua routine e della scommessa.
Il personaggio principale, il ricco Phileas Fogg, è caratterizzato dalla stereotipata antipatia inglese che non permette ai lettori di affezionarvici, ma che si impara ad apprezzare durante il corso del libro. Tutti gli altri personaggi, in particolare Passepartout, sono descritti in modo più sommario, ed ci si deve avvalere della propria immaginazione. *Nota: il centro di questo romanzo è il viaggio, alle emozioni, al carattere, alle caratteristiche fisiche e psicologiche dei viaggiatori è data poca importanza. Vengono descritti giusto i pochi tratti necessari per non farli sembrare dei perfetti sconosciuti.*
La descrizione del viaggio intorno al mondo è semplicemente azzeccata. Naturalmente Jules Verne non ha potuto attribuire la stessa dose di importanza a tutti i luoghi visitati (alcune mete occupano venti pagine, altre poche righe), ma non avrete la sensazione di passare da Suez alla Cina senza rendervene conto, assolutamente.
Vorrei sfatare lo stereotipo di questo libro, ovvero: "è un trattato di scienze naturali". Non è assolutamente vero, altrimenti non sarei riuscita a superare le prime due pagine, detto sinceramente. Anzi, è proprio questa la cosa che mi ha lasciata più piacevolmente stupita di questo libro: il fatto che uno scrittore del calibro di Verne (che, oltretutto, non si è mai mosso dalla Francia) sia riuscito a descrivere un viaggio intorno al mondo senza annoiare, senza riempire il libro di inutili descrizioni o trattati scientifici che annientano la scorrevolezza. Bisogna ammetterlo, qualche descrizione di troppo c'è, soprattutto durante i viaggi in treno del signor Fogg, che Verne ripropone puntualmente ogni due capitoli. Ma dobbiamo anche pensare all'epoca in cui è stato scritto, non certo i nostri giorni.
Detto questo, consiglio questo libro a tutti, ragazzi e adulti. Dopo averlo letto mi rendo allo stesso tempo conto sia del perché "Il giro del mondo in 80 giorni" sia inserito nella lista dei classici, e sia di quanto si dissoci dagli altri classici conosciuti. Da un libro così noto ci si aspetterebbe una certa dose di pomposità, di lessico d'altri tempi, talvolta di voglia di saltare le pagine. Invece no, vi lascerà stupiti in senso positivo per la sua modernità.
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I classici, in fondo, difficilmente deludono.