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Un viaggio nella rassegnazione
La Transiberiana è la ferrovia che attraversa l’Eurasia, che collega Russia europea, e la capitale russa, alle regioni centrali della Siberia e quelle orientali dell’l’Estremo Oriente russo. La sua lunghezza di circa 10.000 km ne fa la ferrovia più lunga nel mondo, rimanendo l’unica che percorre tali distanze dopo l’abolizione, in tempi recenti, del famoso Orient Express molto conosciuto e descritto in romanzi e avventure.
La vicenda ha luogo, appunto, lungo la tratta che collega Mosca a Ulan Bator, capitale della Mongolia, nella Russia degli anni ’80; due estranei si trovano a condividere lo stesso scompartimento: una studentessa finlandese, timida e riservata, e un proletario russo dal carattere rozzo e violento che è molto attaccato alla bottiglia di vodka. Un lungo in viaggio per mezzo della famosa o famigerata transiberiana con tutti i suoi pregi e molti difetti; la descrizione acuta e spietata della natura selvaggia, dei vari personaggi e dei luoghi che si incontrano immersi nella loro tradizione, miseria e crudeltà. Attraverso i finestrini si intravvede il lento disfacimento dell’Unione Sovietica propedeutico al successivo distacco delle tante repubbliche sovietiche dalla grande madre Russia; le soste forzate nelle stazioni sono inquietanti e inducono a una sorta di depressione: la convivenza dei due viaggiatori, caratterialmente così diversi tanto da creare costante tensione, fa riflettere sui ruoli di entrambi e su cosa cercano in un futuro incerto.
Il viaggio fisico si trasforma in spazio mentale che induce alla valutazione su un mondo diverso dai canoni occidentali ma che scorre comunque in avanti fino all'ineludibile arrivo.
Un romanzo che rappresenta, in maniera speculare, la società sovietica degli anni ’80 con tutti i suoi paradossi e contraddizioni, che anela a un altro modello sociale idoneo a una svolta epocale che abbatta tutte le sovrastrutture radicate sin dalla rivoluzione bolscevica del 1917.