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Un lungo viaggio per scommessa
Jules Verne era dotato di una mente particolarmente fervida, al punto da creare romanzi di una fantascienza che si sarebbe tramutata in realtà nell’arco di non molti anni. Infatti, fra le sue opere si annoverano Dalla terra alla luna, Ventimila leghe sotto i mari e I figli del capitano Grant. Nondimeno, di tanto in tanto produsse romanzi più in linea con le possibilità della sua epoca, prose di assoluta avventura, fra le quali appunto Il giro del mondo in ottanta giorni. Per quest’ultima si parte da una scommessa stipulata in un club, del valore di 20.000 sterline, somma che si sarebbe potuta incassare solo effettuando il giro del pianeta appunto in ottanta giorni. I mezzi di trasporto sono quelli esistenti all’epoca, cioè principalmente nave e ferrovia, anche se Phileas Fogg, questo è il nome del protagonista che porta con sé il fido domestico Passepartout, è poi costretto a fare ricorso a ben altro di alquanto inusuale, quale la slitta e l’elefante.
Il viaggio non è assolutamente monotono, grazie ai tanti imprevisti che si susseguono implacabili, in una trama densa di avventure che riesce ad avvincere dall’inizio alla fine. Riuscirà a vincere la scommessa? Quale esperienza acquisirà Fogg nel corso del viaggio? Come al solito, per rispetto al lettore interessato, non dirò nulla soffermandomi invece su alcune caratteristiche dell’opera che, per certi aspetti, rientra, oltre che nei romanzi di avventura, anche in quelli di viaggio, in forza delle splendide descrizioni dei luoghi attraversati. E non crediate che sia un libro solo per ragazzi, perché certe atmosfere, soprattutto orientali, hanno già un loro fascino tale da attrarre con quel velo di mistero anche il lettore più smaliziato.
Lo stile, pur improntato a un certo distacco old England, riesce tuttavia a ben delineare avventure e personaggi e se all’epoca attuale, dati i mezzi di trasporto correnti, possono far sorridere alcune soluzioni, si sappia che allora non c’era di meglio e che questo, che pur sembra poco, era considerato il top del progresso.
Oggetto di fortunate trasposizioni cinematografico, Il giro del mondo in ottanta giorni è uno di quei libri, mai grevi, anzi di facile e piacevole lettura, che può rappresentare lo svago di alcune ore spensierate nel corso di una villeggiatura, magari in spiaggia sotto l’ombrellone.
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Commenti
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Hai perfettamente ragione: non è un libro solo per ragazzi, anzi!
In questo periodo lo sto leggendo in lingua originale e certe descrizioni dei luoghi visti da Fogg e compagnia sono davvero molto belle!
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