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Aprire gli occhi sull'India
Per chi, come me, ha paura di mettere il naso fuori dal civilizzato occidente, e anche per chi avrebbe il coraggio di tuffarsi, ma gli manca la spinta. Uno sguardo verso un paese, l'India, di cui al telegiornale non si sente mai parlare, di cui si immaginano i colori, i profumi, le tigri del bengala e sì, anche le bidonville, ma delle quali raramente ci si sofferma a riflettere.
"La città della gioia" è composto da brevi capitoli, ognuno dei quali racconta di un episodio: si inizia dal tragico sfollamento di una famiglia di contadini costretti a cercare fortuna nella grande città di Calcutta, della quale sperimentano subito l'incredibile quantità e disomogeneità di cittadini, la lotta per la sopravvivenza, la ricerca disperata di cibo, soldi e lavoro.
Altri capitoli sono dedicati all'arrivo del incredibile personaggio di Paul Lambert, prete francese giunto nella bidonville con l'intenzione di vivere povero tra i poveri, e di assaporare la bellezza della semplicità, della speranza, del dolore e della sofferenza, della vita che, pur attaccata da lebbra, tubercolosi, fame e sete, non si arrende mai alla morte. E' un uomo che ricorda la forza della fede, che sia cristiana, induista o buddista, che spinge alla ricerca del bene e della forza che è insita in ogni uomo.
L'attività di benefattore di Lambert richiama l'attenzione di Max, un giovane dottore di Miami, che abbandona il lusso della Florida per venire travolto dalla miseria e dalla vitalità della bidonville.
Il romanzo è una stupenda presentazione delle usanze e delle tradizioni del popolo indiano, dei misteri dell'induismo, dei colori e dei canti delle feste religiose e dei matrimoni. Se non si è in grado di viaggiare e vivere questa realtà, bisogna per lo meno leggere le testimonianze dei coraggiosi, tra cui Dominique Lapierre, che hanno lasciato tutti i confort e, ancora più difficile, i pregiudizi e le paure, per aiutare anche con un semplice sorriso chi davvero combatte per la vita.
E' un racconto capace di far nascere voglia di donare e abbandonare il lusso e le futilità, è capace di far spalancare gli occhi della mente su un popolo sul nostro stesso pianeta, che vive in condizioni da noi così diverse, così "materialmente inferiori". Se ognuno di noi leggesse questo libro, forse migliaia di bambini indiani vivrebbero senza la pancia gonfia di vermi, migliaia di casi di lebbra verrebbero diagnosticati prima di causare agli infetti la perdita di mani e piedi, migliaia di giovani madri non morirebbero partorendo, e altrettanti uomini-risciò meriterebbero il trattamento di esseri umani.
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