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Ottanta giorni per scoprire la felicità
Il XIX secolo fu l'epoca del colonialismo, del selvaggio assalto europeo all'Africa, del domino dell'Impero inglese, giunto all'apogeo sotto il lungo regno di Sua Maestà Graziosissima la regina Vittoria ( 1837-1901). Il Regno Unito infatti controllava le principali tratte mondiali, aveva colonie in ogni continente ( Canada, Sud Africa, India, Australia ecc..) ed una flotta impareggiabile.
Il XIX secolo fu l'epoca della febbre dell'oro nei sempre più ricchi Stati Uniti che attrasse migliaia di avventurieri da tutto il mondo.
Il XIX fu l'epoca dei grandi viaggi: transatlantici a vapore venivano costruiti sempre più capienti, sempre più lussuosi per garantire comfort e praticità ai ricchi passeggeri, le ferrovie si espandevano e miglioravano sempre di più (basti pensare alla Pacific Railroad che univa le due sponde degli USA) e i governi coloniali si adoperavano per rendere la durata dei viaggi con opere anche colossali (come il canale di Suez inaugurato nel 1869 dall'imperatrice dei francesi Eugenia de Montijo).
Il XIX secolo fu l'epoca della mania delle lunghi peregrinazioni per il mondo e del boom delle storie di viaggio.
E proprio in quest'ultimo ambito che è doveroso inserire uno dei grandi bestsellers del 1800, che fece sognare e innamorare adulti e piccini, uomini e donne e che ancora oggi è ritenuto un intramontabile classico della letteratura d'avventura: “Le tour du monde en quatre-vingts jours” ( il giro del mondo in ottanta giorni) di Jules Verne (1828-1905), pubblicato per la prima volta nel 1873.
2 Ottobre 1872
In una grigia Londra, dalla sua dimora situata al numero sette di Saville Row, tuba nera in testa e bastone da passeggio in mano come ogni gentleman che si rispetti, alle 11 e 30 del mattino, Mr Fogg si dirige (come ogni giorno) al Reform Club (uno dei più prestigiosi ed esclusivi della capitale) per il lunch. Mr. Pheleas Fogg è un orologio umano: la sua giornata è studiata nei minimi dettagli che non devono variare mai. Uomo sempre impeccabile nelle maniere e nell'aspetto, è celibe, senza amici, senza parenti perciò ancor più misterioso per gli abitanti londinesi. È un tipo taciturno, imperturbabile, con un self-control incredibile: insomma un british gentleman con i fiocchi anche per le cospicue risorse danarose, di cui nessuno sa le origini. Però la mattinata per Mr. Fogg aveva subito un leggero mutamento che non aveva tuttavia intralciato la quotidiana tabella di marcia: aveva licenziato il suo domestico per la sua imperdonabile leggerezza (aveva osato servire al padrone l'acqua da barba con una temperatura di 84 °F invece che di °86F!) e lo aveva sostituito con il gioviale e bonario Passepartout. Costui aveva avuto una gioventù movimentata (era stato saltimbanco,acrobata, cameriere...) ma voleva trovare tranquillità nella cara fredda Inghilterra e quale padrone era meglio se non l'abitudinario Mr Fogg?
Ma non divaghiamo: Mr Fogg dopo aver pranzato passa tutta la sua giornata a leggere le ultime notizie sull'imperdonabile furto alla Banca di Inghilterra e poi,dopo la cena delle 17:30, inizia a giocare con altri soliti quattro membri del club a whist (un gioco di carte che esige il silenzio). Tra una mescolata e l'altra del mazzo la discussione cade su un articolo del Morning Chronicle che afferma la possibilità di un giro del mondo in soli ottanta giorni. Nessuno dei giocatori ci crede, eccetto Mr. Fogg che accetta una scommessa dei suoi amici: 20.000£ se riuscirà a compiere il tour globale in quel “brevissimo” lasso di tempo. Alle 20:35 con una valigia, 20.000£ per le spese correnti e Passepartout sconvolto da quel viaggio folle, Phileas Fogg sale in carrozza nella stazione centrale di Londra. Dovrà essere al Reform Club alle 20:35 del 21 Dicembre per vincere una scommessa rischiosissima: infatti questo viaggio richiede un gioco d' incastri di coincidenze che non permette il minimo ritardo. Ma Phileas Fogg rimane marmoreo come sempre di fronte a questa pericolosa avventura: gli attendono paesaggi incantevoli, la sterminata e variegata India, le risaie del Giappone, il selvaggio West, New York e i nostri personaggi scopriranno nuove culture, nuove tradizioni e nuovi individui tra cui la bellissima principessa indiana Mrs Auda. Ma Mr. Fogg si lancia in questo viaggio alla ricerca di un tesoro difficilissime da trovare: la felicità. Riusciranno i nostri eroi in questo perigliosissimo tour del mondo in soli ottanta giorni?
Verne riesce a ricreare le meraviglie ( paesaggistiche e non) che disseminano il globo con una capacità descrittiva incredibile. Con un certo humour che si sposerebbe al carattere di Mr Fogg, l'autore - servendosi anche di termini chiari, sintetici e tecnici ( anche se alcuni, specialmente nella descrizione delle manovra marittime, possono far scombussolare )- dipana il viaggio dei protagonisti della vicenda (tra i quali non può non inserirsi lo stesso lettore) con una strabiliante precisione geografica ma senza mai eliminare l'elemento dinamico, adrenalinico che contraddistingue il romanzo(specie nell'epilogo).
Lo scopo che si era prefissato Verne con quest'opera era di far apprendere e appassionare i giovani alla geografia. Con me ci è riuscito ( ed è un'impresa piuttosto difficile farmi comprendere tale materia che è un mio tallone d'Achille) e ho appreso più notizie (sull'ambiente, sui costumi, sulle popolazioni del globo) in questo libro che sul banco di scuola. Il risultato è stato apprendimento senza noia, perché è impossibile che la penna di Verne non incateni chi sia interessato a scoprire quel fantastico mondo che è la letteratura di avventura. Buona lettura!
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Che bella rispolverata di classici Ale!
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confesso di non averlo mai letto......devo rimediare!