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Marco Polo non ci è mai stato
Una delucidazione sull’approccio alla lettura del testo, così si sente di esordire Potts per inaugurare il suo nuovo libro. Soffermandosi in particolar modo sulle –note conclusive- dove vengono “riportati chiarimenti sulla scrittura del racconto stesso”. Le obsolete e striminzite note a piè di pagina, perderanno la loro essenza dopo che Potts ne ridescriverà le regole.
Non più spiegazioni coincise ma veri e propri paragrafi atti a ridisegnare la storia del racconto, per farcela vedere da altre angolazioni, quella dello scrittore in primis.
Il testo non è solo una dispensa di storie e brandelli di vita di uno scrittore itinerante e delle persone che ha incontrato ma anche un'introspettiva sulla vita giornalistica che lo accompagna nei suoi viaggi.
Così, completamente avvolti nei suoi panni, vi ritroverete coinvolti in una rapina ad Istanbul, a frequentare corsi di sesso tantrico in India o a parlare con una detenuta nella prigione di Bangkok.
Perfettamente suddiviso in tanti piccoli racconti, sarà possibile apprezzarlo con una lettura disimpegnata. La scelta inusuale di posticipare e protrarre le note a fine capitolo è indubbiamente vincente, grazie alla capacità di creare ogni volta finali alternativi rimpinguerà presto il nostro senso di appagamento.
Recensione di R.C. aka Spack Lele
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