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Una passeggiata nei boschi
 
Una passeggiata nei boschi 2013-03-11 19:07:45 SPACK
Voto medio 
 
3.8
Stile 
 
3.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
4.0
SPACK Opinione inserita da SPACK    11 Marzo, 2013
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Una passeggiata nei boschi

Fin dalle prime pagine del libro Bryson mette in chiaro la propria voglia di farsi leggere con ironia, dall'acquisto del primo backpack, all'incontro con il vecchio amico Katz, unico tra l’altro ad aver risposto alla celata richiesta d’aiuto dell’autore, astutamente introdotta all’interno delle felicitazioni natalizie.

Il libro alterna sapientemente il racconto dell’impegnativa avventura lungo parte dell’Appalachian Trail e informazioni storico/culturali riguardo quest’ultimo. Per puro parere personale avrei risoluto le -informazioni storiche- che alla lunga risultano fin troppo adornate di dettagli per lasciare più spazio al racconto, va anche detto però che non tolgono scorrevolezza alla lettura, dote di cui Bryson potrebbe fare gran vanto, tanto meno possono farci esimere dall’apprezzare il chiaro sforzo fatto per documentarsi.

Un viaggio che inizia tra le distese boscheggianti della Georgia, passando per le allora innevate cime delle Smokies (Smoky Mountains) e terminando nei pressi del Katahdin Mount nel Maine.

Particolarmente esilarante la ricerca di un taxi nella ridente e dispersa cittadina di Gatlinburg, vi confido che sghignazzai tanto per quell’aneddoto da dover leggere gli ultimi scambi ad alta voce e poter rimanere concentrato sul testo.

Non mancano inoltre le cronache degli incontri più considerevoli fatti sulla pista, tra tutti la conoscenza di Mary Ellen: “Parlava senza mai fermarsi, eccezion fatta per i momenti, a dire il vero piuttosto frequenti, in cui si puliva le trombe di Eustachio o, produceva dei violenti e inquietanti grugniti che avrebbero potuto convincere qualsiasi cane ad abbandonare un comodo divano in salotto e accoccolarsi sotto un tavolo nella stanza accanto. So da tempo, e ormai ho anche accettato, che una parte del piano che il buon Dio ha per me prevede che io trascorra una certa quantità di tempo con la gente più stupida che sia apparsa sulla terra, Mary Ellen era la prova che gli Appalachi meridionali non avrebbero fatto accezione.”

Come mai si sarebbe potuto immaginare la scrittura termina con un paio di risvolti, sicuramente non degni del paragone con un giallo di Agatha Christie ma pur sempre importanti per un libro che nell’inventario generale viene catalogato nella sezione viaggi. Un capitolo sempre attuale con il quale Bryson non trova difficoltà a garantirsi un posto nella mia libreria.

Recensione di R.C. aka Spack Lele

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