Dettagli Recensione
altro che ulisse!!!
Prendete una moto, caricateci lo stretto indispensabile, trovatevi uno sponsor e imparate a riparare ogni inconveniente meccanico possa capitarvi. E' il 1973 e Ted Simon, giornalista del Sunday Times l'ha fatto.
Dopo la partenza dall'Inghilterra ha attraversato l'Europa raggiungendo la Sicilia dove si è imbarcato per la Tunisia. Arrivato sul continente africano ha percorso la costa mediterranea fino all'Egitto (in quel periodo in guerra contro Israele) ed ha risalito il corso del Nilo. Ha percorso i sentieri ai limiti della praticabilità di Sudan, Etiopia, Kenia , ma giovandosi sempre dell'aiuto della popolazione locale, fino all'arrivo in Mozambico. Qui si è imbarcato con la fidata moto raggiungendo il Brasile. Purtroppo negli anni '70 in Brasile c'era una dittatura militare e Ted viene accusato di essere una spia e sbattuto in prigione. Dopo un mese di indifferenza e burocrazia cavillosa riesce ad ottenere la libertà e si reca dapprima in Argentina, quindi risale le Ande con compagni di viaggio occasionali che viaggiano a bordo di un furgoncino. L'autostrada panamericana lo porta negli USA e qui, in un ranch, vive una intensa storia d'amore che gli fa rimandare di mesi la partenza alla volta dell'Australia. Giunto nella terra dei canguri viene in contatto con aborigeni, camionisti e inondazioni, ma l'ultima tappa importante è l'India. Percorsa in lungo e in largo e descritta minuziosamente nella sua tradizione, nella sua povertà, nei suoi colori.
Per sua fortuna, a quei tempi, attraversare Afghanistan, Iran e Iraq era cosa da poco (10 anni dopo sarebbe stata molto più dura) e dopo appena quattro anni di viaggio durante i quali percorre 103.000 chilometri in solitaria ed attraversa quarantacinque paesi, ritorna in Inghilterra.
Essendo un giornalista le descrizioni sono fantastiche e non c'è una sola parola da buttare via. Spesso si sofferma a pensare alla diversità dei luoghi del pianeta ed al senso del suo viaggio ed alcuni passaggi sono di vera poesia.
"Quelli che vedevano il mio viaggio come qualcosa di fisico o un atto di coraggio non avevano afferrato il senso. Il coraggio e la resistenza fisica erano parti dell'equipaggiamento come la conoscenza delle lingue o il vaccino contro l'epatite. Lo scopo era la comprensione e l'unico modo per comprendere il mondo era rendermi vulnerabile nei suoi confronti. Il premio era il cambiamento e la possibilità di crescere fino a diventare tanto grande da essere un tutt'uno col mondo intero"
Un libro meraviglioso, che apre mille finestre sul nostro mondo, in tantissimi aspetti a noi sconosciuti. Un libro piacevolissimo e soprattutto vero. Quando si arriva alla fine la prima domanda che viene da fare è: quando si riparte?
Indicazioni utili
Commenti
7 risultati - visualizzati 1 - 7 |
Ordina
|
Questo lo segno, grazie del suggerimento !
@c.u.b. esisite anche un secondo libro "sognando jupiter" fatto dopo il suo secondo viaggio nel 2001, ma ancora non l'ho preso
@amarilli: non a questi livelli di avventura, ma i miei viaggetti on the road in mezza europa, cina, turchia, messico. guatemala, ecc me li sono fatti......Da fuori sembra tutto più difficile perchè la paura dell'ignoto ti blocca. Una volta dentro il viaggio molte cose si risolvono da se.. La cosa importante è che un vero viaggiatore si sposta via terra (o via mare): l'importante è il viaggio, non la meta!
Grazie a tutti!
7 risultati - visualizzati 1 - 7 |