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La strada. Diari di un vagabondo
 
La strada. Diari di un vagabondo 2012-06-04 07:03:12 mikyfalco
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mikyfalco Opinione inserita da mikyfalco    04 Giugno, 2012
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On the road=Vivere

Ai primi di settembre incontrai un mio vecchio amico per un caffè.
Dopo i cordiali saluti iniziali e discorsi sui giorni andati,ad un certo punto,mi guardò fisso negli occhi e mi disse: “Domani parto per l’America”.
Nei suoi occhi leggevo gioia,emozione,come sempre nelle persone prima di un viaggio.
Nei miei c’era puro stupore quando continuando mi descrisse il suo progetto:partire senza una meta precisa,senza prenotazione,senza soldi,solo con due biglietti di aereo,uno per l’andata e uno per il ritorno fissato dopo sei mesi.
Ovviamente ai miei occhi,così come agli occhi di molte altre persone,sembrava un pazzo,un incosciente,un irresponsabile.
Prima di lasciarmi mi consigliò di leggere “La Strada” di Jack London e lì avrei trovato le risposte alle mie domande sul suo viaggio.
Pochi mesi dopo,mentre lui era in giro per le terre d’America,in una libreria di Milano,dove mi trovavo per un colloquio di lavoro,mi capita tra le mani proprio quel libro:offerta speciale,lo prendo.
Iniziai a sfogliarlo da subito,incuriosito nel cercare le risposte che pochi mesi prima avevano annebbiato la mia mente.
Per le cinque ore seguenti,dalla partenza da Milano fino al mio arrivo a Napoli,i miei occhi non si sono staccati un attimo dalle pagine.
Un mix perfetto di avventura e sentimentalismi,di realtà lontane e vicine al tempo stesso,raccontate in modo esemplare da un perfetto realista come London.
Un’autobiografia avventuriera dei suoi anni giovanili quando vagabondava per l’America,presentandosi come “hobo” (Termine di uso comune per indicare i vagabondi),patendo la fame,il freddo,la precaria salute,la povertà,ma emozionandosi per le piccole cose.
La capacità di inventarsi storie per mendicare cibo o “trattamenti”,la determinazione di saltare da un vagone all’altro di un treno merci per eludere i controlli,la furbizia di far amicizia con le persone giuste che nei momenti difficili hanno il potere di salvarti da lavori forzati.
I latini dicevano “carpe diem”,oggi si ripete di continuo “Vivi l’attimo” (semplice traduzione dal latino),altri,fedeli al mito di Morrison ripetono “Vivi come se dovessi morire domani”.
London,invece,ci apre un modo di pensare completamene nuovo “Vivi come se non sai cosa potrà accaderti,sii pronto a tutto”.
E’ questo il segreto di essere un vagabondo:in fondo un vagabondo esiste un po’ in tutti noi,solo che la ragione lo relega in un angolo nascosto.
Solo chi ha coraggio decide di rischiare e assapora emozioni nuove.
Sono cambiate tante cose da quando il mio amico è partito per gli Stati Uniti.Ora ho capito i suoi “perché” e sono in trepidante attesa di conoscere i suoi racconti quando ritornerà.Intanto ho già progettato qualcosa di simile anche per me,per il momento il mio viaggio è stato tra le pagine di questo libro,sintetizzato perfettamente in una frase del libro stesso : “la più grande attrattiva della vita da vagabondo è l’assenza di monotonia” .

Michele Falco

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