Dettagli Recensione
Alla scoperta di sè stessi.
"E venne chiamata due cuori" è un testo che mi è stato imposto durante il mio percorso di studi, alcuni anni fa, e come tutte le imposizioni devo dire che non sono riuscita ad apprezzarlo e a goderne pienamente. Per questo motivo ho, recentemente, deciso di darmi una seconda possibilità e di riprenderlo in mano, unicamente per mio piacere personale e devo dire che contrariamente al primo approccio ho apprezzato la lettura, come MAI mi sarei aspettata.
La narrazione, classificabile nella corrente “new age di qualità”, ripropone il tema del viaggio come esperienza catartica e come mezzo per una completa analisi spirituale e umana.
Il racconto autobiografico ha come protagonista Marlo Morgan, una dottoressa e ricercatrice americana residente a Kansas City, che alla vigilia dei 50 anni si rende conto di non avere nulla da perdere e su invito di un amico decide di intraprendere un viaggio in Australia per seguire un progetto di prevenzione medico-sociale.
Questo viaggio non è solo e semplicemente un incotro con una cultura diversa ma è anche un'occasione per fare un bilancio sulla propria vita e per apprezzare pienamente il significato della parola "libertà".
“… per la prima volta nella mia vita di adulta, ero libera di trasferirmi in qualsiasi luogo della terra scegliessi e di fare qualunque cosa desiderassi”.
Marlo Morgan in Australia vive per tre mesi in una comunità di aborigeni e si rende ben presto conto che ogni passo verso la comprensione del gruppo, delle loro abitudini, credenze e affetti è piuttosto un passo di conoscenza verso la vera natura dell'uomo, quella che è stata accantonata dalla cultura occidentale per far posto alla futilità e alla materialità.
L’esperienza forte e coraggiosa di Morgan obbliga tutti quelli che entrano in contatto con questo racconto a ripensare ai concetti di cultura e di progresso, ponendoci degli interrogativi inquietanti sullo sviluppo sostenibile, sui diritti delle generazioni future, sull’equa distribuzione della ricchezza mondiale. Sono gli aborigeni, primitivi e al margine della società, che ci insegnano a vivere “eticamente” e nel rispetto della natura. Ma a questo punto chi è veramente "primitivo"?
“Nascere a mani vuote, morire a mani vuote. Ho contemplato la vita nella sua pienezza, a mani vuote”.
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Commenti
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Pensa che era uno dei testi proposti dalla mia professoressa, per il corso di antropologia culturale...Quindi mi è stato presentato come racconto di viaggio, assolutamente vero!
Resta comunque un buon lavoro, ma Marlo Morgan perde tutta la stima e la credibilità che gli avevo attribuito... :O
Anche perchè nella terza di copertina leggo: "Rientrata in America, è così forte il messaggio che porta con sè che Marlo Morgan decide di pubblicare a proprie spese la SUA storia, romanzandola appena proprio per proteggere la Vera Gente dalla curiosità e salvaguardarne il riserbo".
Anche io sono attratta da questi racconti, pero' sebbene ammetta che un po' vengano romanzati, qualcosa di vero DEVE esserci, se no non ha senso.
Quando Nadia lo recensi' feci ricerche su Google (butta un occhio) e diverse fonti dicono si tratti di una storia inventata, perche' (vado a memoria ) : l'autrice non si e' assentata da casa tutto quel tempo,i riti e gli utensili di cui narra nel libro non appartengono alle popolazioni che lei descrive, ma a racconti meramente inventati su quei luoghi letti probabilmente su altri libri, ecc. Inoltre mi pare l'autrice abbia anche confessato fosse invenzione a seguito di queste accuse.
http://it.wikipedia.org/wiki/E_venne_chiamata_Due_Cuori
Mi spiace, non volevo smontartelo, ma siccome ho visto che scrivevi STORIA VERA mi sembrava giusto dirtelo !
SE ti interessa l'argomento io ho letto da poco LA FORESTA TI HA. Bello e interessante e reale !
Ciao Clara. :-)
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Lo so perche' lo aveva recensito Nadia tempo fa e avevo fatto delle ricerche...