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Mangia, prega, ama
 
Mangia, prega, ama 2010-09-11 14:23:42 Nené
Voto medio 
 
1.5
Stile 
 
2.0
Contenuto 
 
2.0
Piacevolezza 
 
1.0
Nené Opinione inserita da Nené    11 Settembre, 2010
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Chi lo conosce lo evita

Un titolo che sta spopolando negli Stati Uniti e che è facile prevedere diventerà un best seller anche in Italia sulla scia dell’omonimo film in uscita con Julia Roberts. Sperando che per una volta il film si riveli meglio del libro.

Articolato in tre capitoli che corrispondono a tre diverse tappe di viaggio - Italia, India, Bali - si fa fatica a scegliere quale sia la peggiore.

La prima parte, soprattutto ad un lettore italiano, risulta banale e piena di cliché. Seppur con occhio benevolo, l’autrice racconta di un’Italia pizza&mandolino, fatta di italiani dediti ai piaceri della tavola e allo stare in compagnia, delle Poste che non funzionano e di ritmi di vita “vacanzieri”. Il tutto, in abbondanti 100 pagine che si sarebbero potute tranquillamente riassumere in poche righe.
Seguono altrettante 100 pagine di descrizione della sua vita in un Ashram in India. Semplicemente pesanti. Inutilmente lungo e tedioso, nel riproporre i quattro mesi in India l’Autrice tenta di destreggiarsi goffamente fra l’illustrazione di pratiche yoga (“Yoga for Dummies” sarebbe una lettura più seria sul tema) e il racconto dei successi (al limite del verosimile) ottenuti con la meditazione.
Il romanzo si conclude con ulteriori 100 pagine del racconto della sua vita a Bali. Forse perché abbandonate le pratiche yoga e riempite un po’ di pagine con una storiellina rosa, il ritmo della narrazione si riprende un po’ dai ritmi sonnolenti e l’ultimo capitolo scorre via abbastanza velocemente, senza lasciare nulla al seguito.

Fatta eccezione della voce narrante, che parla fin troppo di sé, i personaggi sono senza spessore, descritti in maniera superficiale e filtrati attraverso le percezioni dell’Autrice che si erge a portatrice di grandi verità. Le pillole di saggezza sparse qua e là per il libro sono degne del diario di una tredicenne.

Si aggiunga poi che, come spiegato chiaramente all’inizio del libro, la stesura del testo era già stata commissionata all’Autrice prima che questa partisse per il viaggio raccontato nel romanzo, il che fa perdere al racconto anche quel minimo di senso dell’avventura che avrebbe potuto trasmettere l’idea di un viaggio verso l’incerto.
Più che un viaggio alla scoperta di se stessi, una vacanza pagata che ha fruttato all’Autrice molti più soldi di quanti avrebbe sperato.

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Commenti

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Acuta recensione!
...in effetti non m'ispira granché..
Saluti, faye
Lara G.
19 Settembre, 2011
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Confermo in pieno quanto scritto. Un libro francamente inutile, non vedevo l'ora di finirlo. I miei pur banalissimi viaggi sono molto più interessanti al confronto. Non ho visto il film ma credo che per essere meglio del libro non ci abbiano messo molto...
In risposta ad un precedente commento
C.U.B.
31 Ottobre, 2011
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Confermo, orribile...
Son sincera, lo sto leggendo e non lo ho ancora abbandonato (son quasi alla fine, sia lodato ! ) solo perche'lo ho preso in lingua originale ed e' un inglese molto fluido e molto utile all'esercizio.
Ma che noia che noia...che banalita'.
Poi gran parte del libro si concentra su yoga e meditazione. Scosigliato, anche sotto l'ombrellone c'e' di meglio.
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