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Il fascino del silenzio
Sicuramente assai gradevole e di fascino narrativo, questo libro ci conduce in un viaggio presso alcuni monasteri benedettini sparsi tra Italia, Francia, Svizzera, Germania, Austria ...
La diffusione delle abbazie economicamente autosufficienti ma comunicanti fra di loro "cambiò l'Europa e ne civilizzò gli spazi più selvaggi". Un ruolo importante per l'europeista Rumiz.
Proprio l'ardore europeista dell'autore, per me condivisibile in sé, qui è assai rimarcato ; talvolta anche con troppa insistenza, ritengo. Questa ridondanza concettuale è l'unica nota che, pur lievemente, ho avvertito essere di peso alla bella fluidità di lettura.
Per il resto, è stato un piacere inoltrarmi "in un mondo di bisbigli, di "ricerca di essenzialità", nel silenzio che "aiuta a distinguere tra ciò che conta e le bestialità verbali che ci stanno invadendo come erbe matte" , nella bellezza che deriva dal togliere, non nell'aggiungere.
"Mozart ci ricorda che la forza della musica non sta nelle note, ma nello spazio tra esse".
Questi luoghi di spiritualità e di "equilibrio con la natura e la comunità" fanno dire all'autore che il suo "viaggio coincide sempre più con la riscoperta dei valori liquidati o derisi dalla modernità". E la serenità che vi si respira lo porta a domandarsi "se la parola 'felicità' non debba essere sostituita da 'contentezza', il ringraziamento di chi 'si accontenta' di ciò che la Provvidenza gli ha donato".
Indicazioni utili
saggistica di gradevole fruizione