Dettagli Recensione
La mia guida bubble gum
Il senso è di stordimento per chi ne calpesta il suolo per la prima volta, con le notti ininterrottamente illuminate di colore, cibi indecifrabili, anime e manga, alberi potati con forbicine da manicure, antichi templi shintoisti che risplendono all’ombra dei moderni grattacieli.
Magari non piace, ma sicuramente la metropoli giapponese non partorisce indifferenza. Per alcuni è irresistibile, per La Pina è una canzone d’amore sulle note di un ritornello allegro che, ripetendo I LOVE TOKYO, ci abbraccia in un libro semi serio.
Poco austero è infatti questo manuale che, non privo di difetti, è come quel ghiacciolo rosso che da adulti continuiamo a succhiare e poi, quando nessuno ci osserva, controlliamo allo specchio se la lingua è tinta di rosso.
La forma non raggiunge la sufficienza col suo essere troppo colloquiale, non è di certo una guida precisa, però non le si può negare quel suo essere così amabile. Lo stile un po’ cartoon, ricco di foto e grafiche è estremamente divertente e le nozioni qui raccolte su shopping, cibo, trasporti o usi e costumi esprimono con furore, realismo e leggerezza la città di Tokyo.
Decisamente qualche gradino sottotono rispetto al successivo I LOVE JAPAN, consiglio vivamente di godervi prima quest’ultimo. Quando, oltre sentire la mancanza di viaggiare, avrete nostalgia di un quadernone per vagabondare, ecco il momento per il presente titolo, più immaturo ma comunque sfizioso.
Preciso di adorare il formato usato da Pina nei suoi itinerari su carta, che comprerei ad occhi chiusi per qualsiasi altra destinazione. In fondo, se il viaggio ti ha emozionato, le stonature non contano.