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Quell’insularità dell’animo...
“Isole lontane, per ragioni di metafisica, prima ancora che di geografia, cioè d’una lontananza “astratta, psicologica”, come avrebbe scritto un altro poeta: vagheggiate lungamente nei secoli, per larghe campiture d’azzurro, le più diverse e gradate, tra cielo e mare, mare e cielo. Isole lontane – è sempre l’altro poeta che parla –, perché – poco importa se distanti poche miglia da una costa molto abitata – in commercio ineludibile con la solitudine: patita, forse, da coloro che sono costretti a viverci da prigionieri, ma anelata da chi, invece, vorrebbe trovare requie, sciogliere gli ormeggi d’una greve e affollata quotidianità. Isole lontane, insomma: dove il tempo – insiste quel poeta – non è misurato dagli orologi e dai calendari, ma dalla rosa dei venti, dal ciclo delle stagioni, dalle lunazioni, dalle migrazioni dei pesci e degli uccelli. Isolitudini.”
Così nelle pagine iniziali , Massimo Onofri, originario di Viterbo, critico letterario e docente di Letteratura italiana contemporanea all’Università di Sassari, presenta il suo viaggio per mare, come un novello Ulisse, alla scoperta e alla riscoperta di tutte le isole e dei mari, reali o immaginari, della letteratura mondiale. Un itinerario sotto il segno della Isolitudine, doppia condizione di condanna e di privilegio tipica di chi vive su di un’isola, coniato per la prima volta dal siciliano Bufalino, “Ho inventato una parolina: isolitudine. Isola e solitudine insieme. Da questo siamo dominati, noi siciliani: da una parte ci sentiamo rassicurati dal mare che ci avvolge come un ventre materno, dall’altra amputati di ciò da cui siamo esclusi. Presi da un sentimento insieme di claustrofilia e di claustrofobia. (Bufalino, 1996)
Quella sensazione di sentirsi orfani della terra, una nostalgia, una sensazione di abbandono che può sentire solo chi vive l’insularità: anche Leonardo Sciascia aveva coniato un termine simile, la ‘sicilianitudine’ . Onofri intraprende questo viaggio in quasi cinquecento pagine di puro godimento letterario, con una sua prosa affabulatrice, intrisa di retorica dal gusto retrò, che accompagna il lettore in un sogno verso terre e mari lontani, ricordandoci sempre che, come dice Melville, “i luoghi veri non esistono mai”.
Un atlante letterario, ma io aggiungerei che, per certi versi, è anche sentimentale, emozionato ed emozionante che non esclude accenni di tenerezza e nostalgia verso opere ed autori che hanno fatto la storia della letteratura e non solo.
Il libro è diviso per aree geografiche: si parte dalle isole greche, con l’opera di Durrell “Luoghi sotto spirito”, “Viaggio in Grecia “ di Scrofani , “i taccuini” di viaggio di Camus: Corfù, Creta, Mykonos, Cefalonia , Idra dove tra l’altro , Onofri, ricorda viene girato il film con una giovane Sofia Loren, ‘Il ragazzo sul delfino’. Storie di corsari, di libri, di miti, di musica greca. Da subito lo scrittore inserisce frammenti di ricordi del suo amico pittore, morto suicida a Creta, Torquato Anselmi, “ossessionato dall’azzurro”, così lo definisce rievocando i suoi dipinti . Suggestive queste parole intrise di citazioni e rimandi foscoliani:
“Non sono mai stato a Zante – o Zacinto, come struggente la invoca il poeta –, né mi sono mai immerso in quel greco mare che la bagna, da cui vergine, si sa, nacque Venere. Epperò, ero sicuro di trovarmi lì, riverso esausto sulla spiaggia immacolata a ridosso dello sperone di roccia che, come un artiglio di tirannosauro, s’incunea nel mare, quando, all’improvviso, mi è apparso il mio amico Torquato Anselmi. Non credo piangesse, ma aveva parole dolorose, di sottile recriminazione: “Tu dormi, Massimo, e ti sei dimenticato di me.”
“La letteratura genera altra letteratura” ed è vero, il libro di Onofri è un pozzo senza fondo di spunti di lettura, come ad esempio il libro di Larsson “la vera storia del pirata Long John Silver”, ispirata dalla celeberrima opera di Stevenson. Siamo nella sezione, Oceano Indiano e l’opera di Salgari , cui sono dedicate gran parte delle pagine, è d’obbligo ricordare, insieme a quella di Defoe, di Le Clézio , Walt Whitman e tantissimi altri. Nel nostro viaggio con lo scrittore troveremo anche Michel Houellebecq da lui definito “furiosamente antimetafisico ” cui dedica delle pagine quando parlerà dell’isola atlantica di Lanzarote, in cui il celebre scrittore francese soggiornò per un certo tempo e scrisse anche un libro omonimo, arricchito dei suoi scatti.
Non saprei dire quale delle cinque sezioni mi sia piaciuta di più, interessantissima è anche la parte Giappone e Russia, con luoghi e autori indimenticabili...illuminanti le pagine dedicate a Mishima, Soseki,Tanizaki, Cechov, la storia d’amore tra George Sand e Chopin....basta, non voglio dire altro, se non che il viaggio termina col ritorno al Mediterraneo, in Italia, toccando le coste sarde, liguri, laziali , campane e siciliane. E relativi sogni letterari da gustare.
Avviso: fa aumentare la wish list di letture e riletture!!!
Indicazioni utili
A chi sensibile all’ “isolitudine”, geografica o come condizione dello spirito.
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