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I love Japan
 
I love Japan 2020-11-02 11:40:39 C.U.B.
Voto medio 
 
4.5
Stile 
 
3.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
5.0
C.U.B. Opinione inserita da C.U.B.    02 Novembre, 2020
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Pronti, partenza, Pina!

Obbligati da mesi entro i confini nazionali, è semplice partire cavalcando un bolide alato, ma se nostra sorella epidemia barcolla ma non molla, come si sbroglia questo garbuglio? Con la Pina, ovvio.

Nota estimatrice del Giappone, qui ci propone un libro che non brillerà nella forma ma ci illuminerà viaggiando nello spazio – e anche un po' nel tempo. La scrittura assolutamente colloquiale farà storcere il naso agli esteti e io stessa, dopo avere chiuso quattro cinque sei occhi, ne ho riaperti sette otto nove, che qui non stiamo leggendo un classico della letteratura ma scoprendo un Giappone semi segreto.
Una storia d’amore alla luce del sol (levante) verso itinerari di nicchia fuori dai percorsi più turistici, I LOVE JAPAN è una guida di viaggio preziosa, appetitosa e completa di tutto quello cui si possa ambire.
Dai mezzi pubblici per raggiungere la meta alle peculiarità della destinazione, le bellezze della natura circostante, il cibo, i gadget e l’artigianato locale, le case museo e perfino i laboratori da seguire, i capitoli sono ricchissimi di informazioni oltre che divertenti. Come pasticcini stampati in 3d, sono guarniti di tante fotografie e di un format delizioso che lo rende un po' cartoon, procacciando allegria e unendo all’utile il dilettevole.
Libera la mente anche se statico è il corpo, spogliatevi degli abiti sintetici e avvolgetevi nel nitido rossore delle foglie autunnali di un bosco di aceri, affondando nelle acque termali di un onsen tra le montagne. Slegate il volto dalla Ffp2 e abbandonatevi al misticismo di un santuario shintoista dove gli spiriti sono in ogni cosa; disinstallate IMMUNI e sparite sulle spiagge deserte di Sado a settembre, mentre i toki volano con eleganza tingendo di rosa il cielo tiepido.

Se fossi danese vi direi che leggere questo libro è un’esperienza hygge e se fossi americana vi direi che è cozy. Ma siccome sono italiana, tocca essere più logorroica per agguantare una definizione sensoriale. Prendete questo tozzo e vivace quadernone, un thermos con la bevanda calda preferita e rintanatevi nell’angolo più confortevole di casa vostra, aprite la finestra e scagliate con forza il telefonino verso l’esterno. Benissimo, ora siete comodi e in pace, ci vediamo in Giappone.

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Commenti

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Bruno Elpis
03 Novembre, 2020
Ultimo aggiornamento:
03 Novembre, 2020
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Ciao C., ma la Pina è la dj? Ah, il tuo amore per il Giappone travolge tutto... confesso poi che sono andato a cercare su Google due traduzioni. Le scrivo qua sotto la tua bella recensione come note a piè di pagina, per semplificare la vita a quelli come me che leggeranno il tuo commento:

1) il termine danese “hygge” (che si pronuncia “hugga”) è diventato improvvisamente popolare in tutto il mondo. Letteralmente si traduce “calore, intimità”, ma racchiude molto altro. Quindi che cos’è esattamente questa hygge? Possiamo dire che la hygge è tanto tipicamente danese quanto le æbleskiver, le caratteristiche frittelle di Natale, ma ha un effetto ancora più benefico sullo spirito! In sostanza, significa creare un’atmosfera accogliente e godersi il bello della vita con le persone care. Il bagliore delle candele è hygge. Come mettersi comodi e guardare un film insieme alla persona amata. E non c’è niente di più hygge che starsene seduti tra amici e familiari chiacchierando delle piccole e grandi cose della vita. Forse la hygge è la ragione per cui i danesi sono tra le persone più felici al mondo.

2) cozy (US),
cosy (UK) adj (place: comfortable) comodo, confortevole, accogliente agg

Ciao! :-)
In risposta ad un precedente commento
C.U.B.
03 Novembre, 2020
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Elpis! Da uno a dieci sei efficiente UNDICI :-)

E' lei, è lei.
Scrive esattamente come parla, però mi sono divertita molto e sono prontissima a partire ( prima o poi).
Molly Bloom
03 Novembre, 2020
Ultimo aggiornamento:
03 Novembre, 2020
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Ciao Cub, probabilmente un libro di nicchia, per chi ama Giappone o ne è profondamente incuriosito al punto di fregarsi dello stile di scrittura. Per me la forma conta moltissimo, quasi quanto il contenuto.Nemmeno il titolo mi piace: sembra quasi riferirsi a una passione culinaria. Preferisco La Pina come speaker radiofonica e non come scrittrice.
In risposta ad un precedente commento
C.U.B.
05 Novembre, 2020
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Ciao, io non l'ho mai sentita in radio ma il libro è amabile.
4 risultati - visualizzati 1 - 4

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