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La mia piccola grande Tokyo
Vedere Tokyo attraverso gli occhi innamorati di una italiana che ha scelto di mettere le sue radici in Giappone: questo è “Tokyo tutto l’anno”, una lettura piacevole e interessante.
Luisa Imai Messina è una giovane romana che, in seguito ad un primo viaggio, regalo post-lauream, nel magico Paese del Sol Levante, decide di restare ancora un po' e, complici prima gli studi di lingua giapponese e poi anche l’amore per Ryosuke, rimarrà soggiogata completamente dalla grande megalopoli orientale. Con la sua simpatica famigliola, il marito Ryosuke e i loro bambini Sosuke ed Emilio, la Messina ci prende per mano e ci mostra i principali luoghi di attrazione di Tokyo, come in una lunga ed affascinante gita in una qualsiasi domenica. Non ci si sente soli in questo viaggio. La scrittrice è una presenza viva, la sua voce è fresca, ricca di immagini, simpatica e riflessiva. Ora ti confida un ricordo che la lega ad un certo luogo, ora si interrompe per farti partecipe dei capricci di uno dei bambini, ora ti mostra una delle tante gothic Lolita che si incontrano nella città, un po' tenere bambine un po' giovani dark ladies.
Il libro è organizzato per mese, da gennaio a dicembre e riporta le principali festività del calendario lunare dell’antico Giappone con i rispettivi ideogrammi e la traduzione. Immancabili le parole stagionali, i kigo, un concentrato simbolico e una descrizione immediata di una stagione in cui si festeggia o si ricorda qualche evento importante. E così gennaio è il mese dedicato agli affetti, alla famiglia, febbraio è il mese “del vestirsi a strati”, marzo quella della crescita e dei primi fiori, e così via.
Le ricorrenze e le usanze sono veramente tante! Tokyo è di una complessità e di una ricchezza quasi uniche al mondo, talvolta è paradossale. Si trovano negli stessi interstizi luce ed ombra, la natura e la tecnologia, il passato e il presente, il vecchio ed il nuovo, il dentro e il fuori, lo yin e lo yang.
La natura è presenza fissa nella lingua e nella cultura di questo magico Paese. Come aveva scritto Cees Nooteboom nel suo libro che ho letto da poco : “Per i giapponesi la natura è animata, in senso letterale. Negli alberi, nei ruscelli, nelle colline vivono dei, spiriti, anime. Questo popolo ha un rapporto mistico con la natura, in nessun altro luogo è così evidente cime nei giardini zen”.
In effetti nei racconti, nelle illustrazioni su carta di riso, tornano questi spiriti, anche quelli degli antenati cui ogni casa dedica un piccolo altare, che vengono periodicamente ricordati col passare delle stagioni. Certamente il Nooteboom non è riuscito nei suoi innumerevoli viaggi a comprendere in fondo la realtà giapponese moderna, tornando ogni volta un po' deluso. Invece la Messina guarda alla città con occhi diversi, è innamorata del Giappone, è felice, è entusiasta di questa cultura così complessa e così estranea alla nostra.
È affascinata dalla creatività, dalla fantasia che divengono arte anche nell’impacchettare i regali, quasi in ogni attività, dalla cucina al giardinaggio, con la carta, con i fiori, con il cibo e trascina anche chi legge le sue pagine.
La cucina tradizionale è di una ricchezza notevole che richiede molta creatività e pazienza. Con in mano il cellulare ho cercato nel web le principali pietanze e sono rimasta colpita dalla delicatezza del colore di certi dolcetti che si preparano durante la festa delle bambine (Hina-matsuri), evento strettamente legato alla fioritura degli alberi di pesco. Non solo, ma anche tutte le pietanze di riso, di pesce, hanno in sé una spettacolarizzazione della creatività davvero unica e un richiamo alla ciclicità della natura.
“La natura ha tante parole e il giapponese dà il meglio di sé nella sua descrizione; pare espandersi all’infinito, quasi allungando al limite le braccia per accoglierla tutta: questa lingua punta sull’unica cosa destinata a restare”.
Io non ho mai visto luogo più bello del sakura-dori, il viale dei ciliegi: un tunnel rosa e bianco, di struggente bellezza. I fiori di ciliegio, quelli di deutzia, i crisantemi e tutti gli splendidi fiori che rendono questo posto esotico così magico insegnano che la bellezza è nella fragilità, nel passeggero e nelle cose destinate a terminare.
Bella la copertina rigida, con la sovracopertina illustrata da Igort, lo stesso artista che impreziosisce alcune pagine all’interno del libro. Un libro da regalare e da regalarsi.
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( Fermo restando che nel lavoro precedente la trama era molto bella, ma la penna della Messina per me è un pò troppo immatura, questo titolo non lo comprerei comunque).
Nooteboom qualitativamente superiore, sotto ogni aspetto, anche perché più obiettivo. Cerchi infiniti devi leggerlo!
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Sicuramente si tratta di un testo gradevole, come tu affermi, però un'autrice italiana infatuata del Giappone tanto da stabilirvisi temo che rischi di cogliere più altro le apparenze, la superficie, di quel mondo.