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Odissea sovietica
Non so se ho fatto bene o male, ma sta di fatto che io Terzani lo sto scoprendo a ritroso; e sono contento così. Ho dato il via a questa conoscenza letteraria dalla sua ultima opera, per andare saltellando un po a casaccio a ritroso. Il saltello questa volta mi ha portato in Unione Sovietica, o in quello che ne resta.
Terzani, nei giorni in cui il Soviet si sgretolava, percorreva allegramente l fiume Amur confine naturale tra Cina e Unione Sovietica (Siberia- Manciuria), direzione Vladivostok . Quale occasione migliore per vivere la storia da "novello Ulisse sovietico", immerso in prima persona , come solo lui e pochi altri hanno saputo fare.
Leggendolo sentirete i suoni, annuserete i luoghi e vedrete la miseria del uomo, le tracce del suo splendore e dei suoi fasti. Terzani infatti ci consegna uno splendido diario di viaggio, fatto di sensazioni e testimonianze di chi il comunismo lo ha vissuto e di chi, ora, rimane oppresso dagli sciacalli che si stanno cibando dei resti di questo cadavere colossale. Questo diario nasce quasi per caso: il reporter invece di sfrecciare a Mosca per attendere lo sviluppo del crollo sovietico, decide di attraversare l’Asia centrale, nota oggi come Tagikistan, Uzbekistan, Kirghisi, Kazakistan , Georgia, ecc ecc… Terzani si ritrova a sguazzare in una delle situazioni a lui più congeniali, il caos! (apparentemente calmo). Può finalmente girare “scevro dai classici condizionamenti del Soviet” (anche se in realtà il soviet ancora aveva le mani in pasta ovunque) e toccare con mano la gente, i luoghi, gli umori popolari, e andare anche dove prima non era minimamente pensabile il chiedere d’andarci. Ogni nuova nazione che affronto al suo fianco, viene raccontata , ovviamente a grandi linee, ma è stato sufficiente per comprendere il contesto dei disagi e dei danni prodotti dal comunismo e dai rischi a cui questo crollo espone un area geografica vasta ed esplosiva così com’è l’Asia centrale. Un viaggio alla riscoperta di tradizioni e culture ormai svanite, annientate dalla morbosa ricerca di integrazione razziale e al annichilimento del identità nazionale, portata a compimento da Mosca. Un documento imperdibile, che sa essere ironico, cinico ma anche sognante e obbiettivo. Non mancheranno le considerazioni del autore, le interviste ai “capi di stato” e qua e la inciamperemo in qualche atto di crudeltà storico di cui non si sapeva nulla o veramente poco. In buona sostanza un Grande viaggia a tutto tondo: nella storia, nella geografia e perche no, anche nella politica di un quarto di secolo fà.
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Commenti
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Ho avuto modo di ascoltarlo in un' intervista...una persona molto intelligente e con gran personalità.
Bella la tua proposta Mirko.
Ciao, Pia.
per coloro che non hanno avuto modo di leggerlo vi dico : probabilmente non sembra più un argomento di attualità, ma vi stupirà scoprire che invece non solo è attualissimo, ma riesce anche a spiegare lo svilupparsi di certe politiche contemporenee; anche se la tematica è trattata "marginalmente" in quanto sono tutte impressioni a caldo.
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Federica