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Se te lo disse l'indovino...
BENEDETTA MALEDIZIONE e' il titolo del primo capitolo in cui Terzani spiega la genesi di questo libro. Connotati della maledizione o estremi di un'occasione, era la primavera del 1976 e un indovino di Hong Kong gli predisse che nel -lontanissimo - 1993 un serio pericolo di morte lo avrebbe colpito, vietandogli di volare .
Certe predizioni non si scordano e l'autore giunto il 1993 rinuncio' a spostarsi per vie aeree . Non a viaggiare pero', ed ecco allora la polposa materia de UN INDOVINO MI DISSE.
Abbandonata la fulminea ed asettica realta' aeroportuale, egli si spostera' tra Thailandia, Vietnam, Cambogia, Malesia, Birmania e attraverso l'Asia intera per il rientro europeo utilizzando solo mezzi di terra o acqua.
Vale il prezzo del volume la riflessione di quanto il comodo aereo distragga effettivamente il viaggiatore da tutto cio' che e' l'ambiente e l'umanita' dei luoghi attraversati. In aereo si attraversa il mondo freschi, puliti, quasi privi di cognizione. I lunghi trasferimenti in treno sono faticosi ma permettono il contatto con la realta' locale, attraverso l'oblò si vede il paesaggio vero, senza la copertura di chilometri di cielo.
Il viaggio di Terzani si impernia su di un approfondimento dell'occulto che tanto appartiene alla realta' asiatica, egli infatti visitera' guru e astrologi facendosi predire il futuro ad ogni occasione , soffermandosi a descriverci ( amaramente ) i drastici cambiamenti dell'Asia nel ventennio successivo agli anni Settanta.
Bangkok soffocata dallo smog, la Cambogia cementificata coi bath raccolti dalle giovani impiegate nei bordelli - scusate, si dice barber shops, che e' piu' chic - , Singapore una tecnologica cupola di aria condizionata, le donne Malesi imbaccuccate nei veli neri imposti dall'Islam a discapito degli abiti tradizionali, i coriacei vietnamiti impoveriti e sempre piu' arrabbiati.
Non solo interessante resoconto di viaggio, il libro si consolida tra la mente e gli occhi imponendoci uno stop in cui chiederci perche' l'Oriente abbia rinunciato alla sua tradizione millenaria per rincorrere un consumismo occidentale, perche' non abbia trovato una soluzione asiatica.
" C'e' per me qualcosa di tragico in questo continente, che così gioiosamente uccide se stesso."
Un volume intenso e corposo ma di rapido incedere, estremamente interessante, proposto da un soggetto che sa essere uomo semplice, lettore, viaggiatore, osservatore e scrittore allo stesso tempo.
Letto da un europeo che di fatto non ha mai rinunciato alla propria identita' fa un certo effetto, come mi piacerebbe sapere che ne pensa un asiatico (non emigrato) di questo libro.
In attesa del commento del mio orientale, buona lettura.
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Grazie Emilio e Nikly, e' la prima volta che lo leggo ed effettivamente e' un'ottima compagnia.
Ma roba da matti. Lo voglio, voglio andarci con quel libro in Cambogia.
ce l'ho da un sacco . ho sfogliato le prime pagine poi stop.
non mi ispirava.
riproverò.
braca ciao paola
braca voleva essere- Brava
ciao
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pare davvero interessante....