Dettagli Recensione
Racconto di un popolo : i Pigmei
Racconto di un viaggio, racconto di un popolo.
Raffaella Milandri, viaggiatrice solitaria, fotografa, attivista umanitaria ci racconta la sua esperienza in Camerun.
Un viaggio con uno scopo ben preciso, la ricerca del Popolo della Foresta, i Pigmei.
Raccoglierne testimonianze, interviste, fotografie e filmati in modo da documentare la loro situazione.
Un diario di viaggio, di una donna sola con il suo laptop e la sua macchina fotografica, con le difficolta' che l'Africa nera non lesina di certo.
Una mentalita' notoriamente contrapposta alla nostra, con un senso del lavoro molto africano, che crea indubbiamente problemi se per spostarti ti devi appoggiare ad un autista locale.
Igiene sotto zero, la grazia di un sacco letto portato dall'Italia onde evitare di coricarsi su giacigli infestati da cimici o insetti .
Spirito di adattamento assoluto, che ti fa ringraziare il cielo di avere , quando c'e', una pseudodoccia con un litro d'acqua per lavarti, o perlomeno allontanare le formiche rintanate tra i tuoi capelli.
Poi passo a passo ,su questo percorso, ascoltiamo le testimonianze raccolte nei villaggi di Pigmei, popolo strappato alla foresta, "schiavizzato" dalle etnie nere piu' popolose , schernito e abusato da tutti.
Tutti chi ? Stando al libro di Milandri ( non ho altre fonti, e' la prima volta che approccio l'argomento) le compagnie che si occupano del disboscamento, autorizzato o abusivo che sia. Dalle compagnie minerarie, da coloro che organizzano costose battute di caccia per Occidentali.
Dal WWF, che tutela animali e territorio.
Ma i Pigmei ? Chi li tutela i Pigmei ? La loro estinzione in quanto semplici uomini e' autorizzata ?Interessante il lavoro dell'autrice, guarnito di splendide fotografie di questo popolo triste.
Buona lettura.
"Trattiamo bene la terra su cui viviamo, essa non ci e' stata donata dai nostri padri, ma ci e' stata prestata dai nostri figli."
Proverbio Masai
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Commenti
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Trasmettono l'idea di un popolo diffidente ma molto unito.
Ma cosi' triste...Mi hanno colpito quei volti seri, anche dei bambini.
Fa rabbia, questa minoranza etnica non ha alcun interesse per il denaro o il commercio, vuole solo vivere come ha sempre fatto, nutrendosi dei frutti della sua terra, curandosi con le radici, vivendo in piccole comunita' autosufficienti.
E invece muoiono di fame.
Non c'e' la guerra civile o la siccita' desertificante.
C'e' la foresta che vale quattrini.
E siamo alle solite.
era proprio uno dei titoli che volevo chiedere alla redazione in quanto è uno dei generi che prediligo...
:-)
hai fatto un ottimo lavoro!!
Le donne tra l'altro sono bellissime secondo me.
Tratti talvolta androgini ma molto belle .
CI sono spunti sulle loro usanze, e anche foto fatte nei villaggi.
SE ho tempo di usare lo scanner domani te ne giro un paio che mi son piaciute di piu' x mail.
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Brava Cub, ottima recensione come sempre!