Notte buia, niente stelle Notte buia, niente stelle

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sonia fascendini Opinione inserita da sonia fascendini    19 Ottobre, 2015
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A mali estremi...

Quattro racconti inquietanti. Non tutti allo stesso livello, ma del resto è sempre così. Dipende un pò dal gusto personale.
Il filo conduttore è la violenza scelta come unica via di fuga. In tutti i racconti ci sono delle brave persone che vengono a trovarsi di fronte a quacosa di talmente enorme: la possibilità che la sua qualità della vita venga devastata, uno stupro solo per fortuna non diventato la morte, un cancro ed un marito con una seconda vita da mostro, che modifica i loro normali processi decisionali. Dopo un pò di tentennamenti, dopo aver soppesato i pro e i contro questi bravi, fino ad allora corretti, cittadini americani scelgono una strada che in condizioni normali non avrebbero neppure considerato. Quella della morte tua, vita mia. Così spuntano piani ed una lucidità da professionisti del crimini. In quasi tutti i casi trovano anche qualche complice, non necessariamente nell'esecuzione materiale, ma come appoggio morale o come abile chiuditore di occhi.
Piuttosto crudo nelle scene che descrivono il perpetrarsi dei delitti. Molto realistico anche nella descrizione della parte oscura che prende il sopravvento su quella fatta di buonsenso e correttezza. Viene da chiedresi se in situazioni simili non faremmo lo stesso anche noi, o se non invidiamo il coraggio di farsi giustizia da soli.
E' uno dei migliori libri che ho letto di Stephen King. L'incursione nel sovrannaturale del primo racconto è solo un contorno al cuore del racconto. Negli altri fa la parte del padrone non tanto la violenza e il criminale quanto l'anima nera delle vittime.

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Anna27 Opinione inserita da Anna27    15 Luglio, 2015
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Agghiacciante

Devo ammettere che inizialmente "Notte buia, niente stelle" non mi ha convinta molto, vuoi per la apparente banalità del tema, vuoi per la prima storia che, a mio parere, è strutturata in modo alquanto particolare. Ma poi, andando sempre più avanti con la lettura, ho cominciato a comprendere il vero messaggio del libro, delle quattro storie molto diverse tra loro ma tenute insieme da un unico filo tematico, rese più che mai reali dalla brutalità dei particolari inseriti nelle giuste circostanze (anch'esse cruente).
"1922", la storia che apre il libro, è la confessione di un uomo ormai roso dalle sue tremende azioni, le cui conseguenze si sono rivelate fatali, una sorta di 'legge del contrappasso'. King vi ha inserito anche elementi sovrannaturali, che donano al racconto un'aria misteriosa e paranormale, senza mai sfociare nel ridicolo.
Nel racconto seguente, "Maxicamionista", a mio avviso, sarebbe potuta essere stata prolungata la descrizione brutale dello stupro, che invece si esaurisce nel giro di tre/quattro pagine. Ho notato che questa è una caratteristica di King: descrive in poche righe le scene clou, soffermandosi molto su quel che viene dopo, sulle dinamiche psicologiche dei personaggi e sulle loro intenzioni. Dunque poca azione, molte parole (il che non è per forza un difetto, ma avrei comunque preferito un'attenzione maggiore sui fatti eclatanti).
"La giusta estensione" è un racconto davvero interessante e particolare, che non ha nulla (o quasi) a che vedere con le altre storie, ma ha ugualmente un forte impatto sulla psiche del lettore. A dir la verità avrei voluto che questo racconto costituisse un unico libro, proprio per la sua originalità, e che la conclusione fosse più inaspettata, ma come non tutte le storie hanno per forza un lieto fine, non hanno nemmeno un esito necessariamente negativo.
L'ultimo racconto, "Un bel matrimonio", mi è piaciuto davvero molto, soprattutto per la veridicità e l'autenticità dei fatti riportati. King ha cercato di riprodurre ciò che potrebbe REALMENTE accadere in un matrimonio felice e soddisfacente, ma che sotto quel velo di apparenze superficiali nasconde una tetra e inaccettabile verità.
Dunque consiglio vivamente questo libro, soprattutto a chi ama il genere e non è dotato di un'eccessiva sensibilità, date le descrizioni nitide, violente, ma soprattutto REALI delle vicende trattate. Lo stile è assolutamente impeccabile, apprezzo in particolar modo la sottile ironia che si cela dietro le battute dei personaggi che alleggeriscono un po' l'atmosfera alquanto pesante.

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Opinione inserita da FaZ_    24 Febbraio, 2014

Nel segno del Nero.

Quattro racconti brevi o "novelle" che dir si voglia, nel segno del nero.

A cominciare dal titolo della raccolta che ci avverte che non ci sarà spazio per le stelle in questa notte di 418 pagine, in cui l'assenza di luce si concretizza in quattro storie pervase di orrore, si, ma molto reale, umano, che prende piede dalle bassezze e dalla grettezza che a volte contraddistingue i nostri simili (ad eccezione della terza novella in cui c'è una spruzzata di sovrannaturale benchè la radice di tutto si trovi nella realtà)

Quattro storie dure, il cui centro focale sono le donne.
Tutto gira attorno alle donne in questi racconti, donne che sono a volte causa, a volte attrici protagoniste di eventi, a volte ancora vittime impotenti.

Le prime due novelle sono quelle più tetre, quelle più ciniche ed inquietanti, in cui la bassezza umana viene descritta con la massima vividezza, non risparmiando momenti abbastanza difficili da leggere ( lo stesso King ci informa nella postilla all'opera di avere avuto difficoltà lui stesso a scriverne), descritti con la solita maestria e con un ritmo infernale che tiene incollato alle pagine, suo marchio di fabbrica.
In questo senso la seconda novella del lotto, "Maxicamionista" (titolo un po' stupido se vogliamo, ma a ben vedere era l'unica traduzione possibile) ritengo sia la migliore, senz'altro la più angosciante, quella che personalmente mi ha coinvolto di più.
"1922", la prima della raccolta, ha toni molto lovecraftiani, in cui una storia di disagio, alienazione, isolamento ed egoismo si fonde con toni sovrannaturali (che si scoprirà non esserlo poi tanto) tipici del sopracitato Lovecraft, il cui "I ratti nei muri", racconto scritto nel 1923, è una più che evidente influenza per King.
La terza novella, "La giusta estensione", la più breve e la più vicina alla forma del racconto classica, è piacevole, anche se meno pregnante delle altre tre.
Quasi un "divertissement" da parte del Re, in cui sono evidenti richiami neanche troppo velati ad un certo personaggio presente in "Cose Preziose" oltre che alla mai troppo citata Derry.
L'ultima novella, "Un bel matrimonio" è forse la meno angosciante delle quattro, e, nonostante il tema sia molto concreto e plausibile, lo stile di scrittura sia fluido e coinvolgente, non ha, a mio avviso, quella carica emozionale delle prime due novelle.

Uno scrittore che ha tirato fuori in questa raccolta un po' della scrittura aggressiva e "in your face" che lo contraddistingueva in gioventù.

I racconti (specialmente i primi due e specialmente "Maxicamionista") sono molto brutali e diretti in alcuni punti.
Difficili da digerire perchè gli argomenti sono argomenti veri, che succedono nella vita reale o sono successi in periodi della storia in cui la cultura personale non era ancora così diffusa e l'ignoranza molte volta la faceva da padrone ("1922")
Gli individui di sesso maschile non ne escono per niente bene da questo libro, ma neanche le stesse donne, che pure risultano essere quasi sempre vittime, ne escono provate ed a volte cariche di fardelli che penderanno sul resto delle loro vite come spade di Damocle.

Nessuno esce vincitore da questi racconti, solo lui, il RE, che ci stupisce ogni volta con la sua grande maestria e talento.

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Bruno Elpis Opinione inserita da Bruno Elpis    08 Aprile, 2013
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Commento di Bruno Elpis

Notte buia, niente stelle.
“1922”
Nebraska: “Chissà se l’inferno è tanto peggio di Omaha. Forse l’inferno è Omaha, ma senza la bella campagna intorno: soltanto desolazione e arsura, e odore di zolfo, e anime perse come la mia”.
L’agricoltore Wilfred James decide di sopprimere la moglie Arlette: “La Bibbia dice che un figlio ingrato è come un morso di serpente, ma una moglie ingrata e petulante è anche peggiore”. E lo fa in modo subdolo e atroce, plagiando il figlio: “A volte, l’unica cosa da fare è prenderci quello che ci spetta. Anche se qualcuno si fa male”.
Notte buia, niente stelle.
In “Maxicamionista”, Tess scrittrice di gialli rassicuranti (“sottogenere un-solo-cadavere-e-niente-sangue”) è vittima del più infame dei reati, ammesso che si possa stabilire una gerarchia delle infamie: lo stupro. The King ripercorre il calvario della vittima: il dolore fisico, la paura, il ‘sentirsi sporchi’, l’umiliazione e il terrore di dover rivelare ad altri. Poi Tess decide di dare spazio alla vendetta personale: “Dentro di sé (al fondo di quell’anima straziata), sentiva una collera pulsante, e odio per l’uomo che l’aveva ridotta così”.
Notte buia, niente stelle.
“La giusta estensione” è quella che Streeter, bancario malato di cancro, acquista da un insolito ambulante: “Quello che le serve è un’estensione di vita”. Il patto con il diavolo viene firmato a caro prezzo: per la legge della compensazione ne farà le spese l’amico Tom, oggetto dell’invidia di Streeter; una serie di sventure e disgrazie si abbatterà su di lui e sulla sua famiglia.
Notte buia, niente stelle.
Anche in Un bel matrimonio: quello tra Darcy e Bob. Quando Darcy, in modo del tutto fortuito, scopre di aver sposato … un pervertito, un mostro, un serial killer.
Terrificante la contrapposizione tra ‘normalità’ pluriennale di un ménage (“Se lei era la classica donna lontan dagli occhi, lontan dal cuore, suo marito mezzo calvo, caposcout e numismatico era il classico uomo lindo e pinto”) e le nefandezze che anche la più normale delle apparenze può nascondere.
Notte buia, niente stelle.
The King ce la illumina, la notte buia e senza stelle … E lo fa nel modo che più gli è congeniale: in modo tetro e angoscioso. Con la sua prosa allucinante, che materializza orrore e atrocità di ogni genere. In fondo è il medesimo meccanismo che sfruttava la tragedia greca. Quello della catarsi.

Bruno Elpis

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Poe, Lovecraft & ... The King
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alessio Opinione inserita da alessio    23 Gennaio, 2013
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Un altro bel libro del RE

Per chi è alla ricerca di un libro thriller dove gli ingredienti principali sono rancore,vendetta,rivalità, e giustizia,questo è il libro che fa al caso suo. In questa opera sono raccolti quattro romanzi, che parlano di donne seviziate, uccise e messe a tacere per sempre.
Scritto in maniera impeccabile, scorrevole e fluida, è un libro che sa come tenere "incollato" alle pagine il lettore senza annoiarlo fino alla fine.
Scritto con la giusta quantità di pagine per descrivere queste storie, ( il volume conta poco più di 400 pagine compresa la Postilla finale dell'autore, nella versione non rilegata), con capitoli non lunghissimi dove vengono descritti bene gli ambienti, i personaggi,e le atmosfere giuste che accompagna ogni storia, anche se, a (mio parere) ho trovato qualche pagina un po' "riempitiva", probabilmente per dare più corposità al racconto.
Quello che non manca è che alla fine di ogni storia mi ha fatto riflettere molto, di cosa può essere capace un 'essere vivente, basti pensare all'ultimo romanzo che è stato preso come ispirazione da una storia vera,ma anche gli altri tre non si distaccano molto dalla fantasia dell'autore alla realtà che ci circonda.

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Shaden Opinione inserita da Shaden    23 Ottobre, 2012
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IL RE DEI RE

Che dire, quest'antologia lascia senza fiato. A partire dallo stile, che ti immerge letteralmente negli ambienti bui, in cui la paura o l'angoscia è tangibile, racconta delle storie mozzafiato. Quando ho finito il libro, mi sentivo una persona diversa, perché King non solo ha scritto e narrato delle storie horror, bensì solleva tematiche importanti o ti catapulta in situazione surreali, ma possibili, come nel caso di "un bel matrimonio". Non voglio scrivere il riassunto di ogni singolo racconto, perché l'unica cosa che voglio dire e sottolineare è di LEGGERE questo libro. Non ci sono altre parole, non ci sono riassunti che possano esprimere le storie scritte da King. Lo scrittore non mostra i tipici protagonisti a cui siamo abituati, ma ti fa entrare nei meandri più oscuri e perversi della mente umana. Ti fa seguire i ragionamenti dei personaggi,che nella realtà possono sembrare squilibrati, ma riesce a farli apparire normali, umani. Su quelle pagine c'è più dell'inchiostro: ci sono dei personaggi, ci sono delle vite.

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giulia89 Opinione inserita da giulia89    14 Settembre, 2012
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THE KING

questa volta ci propone 4 racconti con protagoniste le donne. Ogni racconto ha la giusta lunghezza per appassionarti e non lascia spazio alla noia con tediose e a volte inutili descrizioni. Le pagine di questi racconti sono intrise di follia allo stato puro, di uomini senza scrupoli, di vite spezzate e di vendetta.
Il seme della follia è dentro di noi e quando si esprime, con tutta la sua dirompenza, ti lascia sempre senza parole.
E' sempre affascinante vedere come King riesca ad esplorare i meandri più oscuri e irrazionali della mente umana. Coinvolgente credo che sia lìaggettivo giusto!!

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Cla93 Opinione inserita da Cla93    18 Mag, 2012
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Una nera tempesta

È buio. Fuori c’è un temporale e la corrente è andata via. Voi siete in salotto, davanti alla portafinestra, con un libro in mano e maledite il brutto tempo perché non vi permette di leggere (magari eravate proprio nel momento più saliente, eh). Poi, all’improvviso, un lampo illumina tutto e, in quel millesimo di secondo, voi vedete quel che mai vorreste vedere: una creatura terribile, mostruosa. E sapete cos’è quella creatura, che pare venire dall’oltretomba?
È la Natura Umana.
Ecco, così mi sento quando leggo i racconti di Stephen King.
Mi sento come nel bel mezzo di una burrasca, con le onde che mi travolgono e la corrente che mi trasporta lontano, dove io non voglio andare.
I suoi racconti sono dei viaggi, dei viaggi terribili che mostrano tutto quello che l’uomo è capace di fare e, ne sono convinta, l’uomo è capace di fare cose orrende.
Il Re del Brivido non si è per nulla arrugginito: questa è la raccolta di quattro racconti, e sono racconti che fanno ben riflettere su quanto l’uomo possa essere egoista.
1922: un contadino decide di uccidere la moglie, perché non voleva vendere ottanta ettari di terra avuti in eredità dal suocero. La uccide, senza pietà, pensando di poter risolvere i suoi problemi ma da quel momento tutto cade in un oblio senza fondo…
Maxicamionista: un uomo stupra una scrittrice, e questa, dopo aver riflettuto a lungo, decide di vendicarsi…
La grande distensione: un uomo è malato di cancro. Un pomeriggio, incontra un venditore ambulante di nome Evild, che gli offre altri quindici anni di vita…
Un bel matrimonio: Darcy è sposata da venticinque anni. Ma, dopo tutto questo tempo, scopre di non conoscere affatto l’uomo con cui ha condiviso la maggior parte della sua vita: suo marito ha un orribile scheletro nell’armadio…
Personalmente, ho preferito gli ultimi due racconti. Il secondo mi ha lasciata un po’ insoddisfatta, ma gli altri hanno compensato questa insoddisfazione.
Vi consiglio, a voi amanti del brivido, di tuffarvi senza esitazione in questo mare di ombre e paura che è l’uomo.

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Il Re del Brivido!
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C.U.B. Opinione inserita da C.U.B.    18 Aprile, 2012
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AMBASCIATORE DI PAZZIA

Eccellente, questo lavoro di Stephen King.
Piu’ che l’horror a cui lui ci ha abituati, direi in questo caso si tratti di un thriller psichiatrico dalle tinte forti.
Tinto di un porpora vivido, come il sangue che cola dalla pelle di una gola recisa e da un volto straziato a colpi di coltello..
Tinto del grigio che invade e soffoca la mente di una scrittrice stuprata, picchiata, miracolosamente sopravvissuta a un tentato omicidio.
Tinto di un verdognolo posticcio di chi compra un’estensione della propria vita senza badare al prezzo della transazione.
Tinto del viola rappreso dei cadaveri di donne torturate,seviziate e uccise da un serial killer senza pieta’.
Tinto del nero di una notte buia, senza stelle.
Perche’ e’ nel buio che l’autore ci conduce tenedoci per mano, ci porta nella mente dei suoi personaggi.
Niente mostri della fantasia, niente streghe, niente spiriti persecutori, questo e’ un libro che parla del mostro piu’ pericoloso, quello nascosto tra di noi : l'uomo.
L’uomo ordinario, che in situazione straordinarie diventa Il Mostro. La realta’ della cronaca che spesso, troppo spesso, leggiamo tra le pagine dei quotidiani , qui ci viene proposta da un autore che del brivido ha fatto il suo pane quotidiano.

Quattro storie, banalmente le definisco storie ma chiamarle “racconti” sarebbe limitato, danno la sensazione di quattro brevi romanzi nel romanzo, completamente scollegate fra loro, a sè stanti.
Scritte in maniera divina, questo forse e’ quasi inutile dirlo, King ti trascina nel suo mondo con un ritmo incalzante , limpido, e’ un piacere leggere questa prosa senza una sbavatura.

Odio, violenza, lussuria, invidia, vendetta.
SE volete vedere la luce, non dovete stare al buio.
Questo e’ Stephen King, benvenuti nell’oscurita’ degli uomini.

Buona lettura.

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DarkPlanet74 Opinione inserita da DarkPlanet74    29 Marzo, 2012
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4 Short Story - 4 Perle narrative

Ho letto pareri discordanti su l'ultima raccolta di King.
Da parte mia ho ritenuto le ultime opere narrative ad ampio respiro, deludenti e poco ispirate.
Ma qui, tra queste pagine King dimostra sopratutto una cosa, che nelle storie brevi è ancora in grado di dare magia alla scrittura.
Qui per la prima volta non si scherza, non c'è redenzione nella Vendetta,il più nobile dei sentimenti,nessuno ritiene ingiustificata la vendetta per giusti motivi tanto meno chi scrive questi racconti.
King sa fare ancora bene il suo lavoro, almeno nelle short story per ora il trono lo ha saldamente incollato al sedere.
4 stelle nel segno della Vendetta.

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Nadiezda Opinione inserita da Nadiezda    21 Marzo, 2012
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Antologia del terrore

Non si tratta di un vero e proprio libro bensì di un’antologia del terrore composta da quattro agghiaccianti testi.

Racconta di donne forti, coraggiose e determinate che vengono uccise, stuprate, seviziate ed anche illuse e di uomini che rovinano la loro vita irrimediabilmente per metterle a tacere.

Mentre ci si immerge nella lettura di questo libro lo scrittore non ci lascia il tempo di pensare, ma ci fa provare un immenso dolore, raccapriccio mentre le immagini di quello che stiamo leggendo prendono forma nella nostra mente.

Sono racconti molto veloci anche se gli argomenti trattati sono duri e pieni di terrore, sangue, follia, sporcizia, dolore.

Il re dell’orrore utilizza un linguaggio appropriato che colpisce, ci descrive ogni minimo dettaglio, soprattutto quelli più macabri.

La storia che mi ha colpito maggiormente è stata la prima.
Non ci crederete, ma verso la fine di “1922” mi sono persino commossa anche se quello che accade all’inizio del racconto mi ha sconvolto parecchio.

Una delle metafore di questa antologia è sicuramente “Non è tutto oro quello che luccica” e la propinerei all’ultimo racconto, infatti anche la persona più dolce e mite può nascondere un animo oscuro intriso di follia.

Cos’altro aggiungere, sembra di essere penetrati in un incubo che non ha mai fine.

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Racconti dell'orrore, gli altri libri di King
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BellaDentro Opinione inserita da BellaDentro    07 Febbraio, 2012
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Notte buia, niente stelle.

Paura, risentimento, follia, vendetta, riscatto, sono tutti ingredienti presenti in questo ennesimo gioiello del Re.
Nel primo racconto un uomo uccide la moglie, rea di avere pianificato la vendita della terra a lui tanto cara. Inizialmente sarà convinto di avere risolto tutti i suoi problemi, ma non sa ancora che l'omicidio appena compiuto segnerà per lui l'inizio di un terribile incubo.
Nel secondo racconto conosciamo invece Tess, una scrittrice di gialli per vecchiette annoiate che conduce una vita tranquilla, quasi noiosa, finchè un giorno si imbatte in un omone apparentemente innocuo che si offre di riparale una gomma bucata. Quel gigante si rivelerà essere uno stupratore seriale che la aggredisce e la abbandona in un canale di scolo. La reazione della piccola e mite scrittrice sarà devastante.
Il protagonista del terzo racconto è invece un banchiere malato di cancro che stringe un patto col diavolo ( che ha le sembianze di un agghiacciante venditore ambulante ). Il patto porterà a uno scambio che allungherà la vita del protagonista ma nello stesso tempo rovinerà la vita dell’amico che al liceo gli aveva rubato la ragazza. Dite la verità, cosa sareste disposti a fare pur di ottenere la certezza di una vita lunga e felice?
Infine, nel quarto racconto, una casalinga, dopo anni di matrimonio, scopre un segreto terrificante del marito. A questo punto che fare? Andare avanti come se niente fosse? E voi che fareste?
Quattro racconti appassionanti in pieno stile del mitico zio Steve che nel finale ci racconta anche come li ha ideati. Semplici e terrificanti. Da leggere!

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Sordelli Opinione inserita da Sordelli    06 Gennaio, 2012
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Ben fatto, Stephen!

Se mentre leggete questa recensione vedete un ratto, non preoccupatevi è solo uno dei ratti mandati da Arlette; almeno suo marito Wilfred vi direbbe così, dopo averla assassinata brutalmente. Per ottenere cosa, poi? Che il terreno che lei aveva ereditato dal padre, non venisse venduto alla porcilaia della Farrington! Beh, sempre meglio marcire morta in un pozzo, coi ratti che la vendicano, che marcire viva in una canaletta, vi direbbe invece Tessa Jane. Dopo essere stata barbaramente stuprata e seviziata da quello stramaledetto Maxicamionista. Un energumeno che picchia le sue vittime e le stupra fino a quando non è felice e soddisfatto, poi le lascia a marcire nella canaletta tanto amata, la quale conserva i suoi segreti morti; solo che Tessa Jane non è morta, anche se è riuscita abilmente a farglielo credere. Beh, a questi esseri umani si può far credere ogni cosa, dopotutto ogni mercante vende la sua roba, no? Ah, questo che vi parla è sicuramente George Elvid, e posso assicurarvi che lui la sua merce sa venderla molto bene! Quasi vorrei incontrarlo…sarò meschina, ma io ce l’avrei qualche personcina su cui scaricare tutte le disgrazie…davvero un uomo per bene e simpatico; da conoscere. A differenza di Beadie, cioè, scusate: di Bob Anderson. Anche se Beadie e Bob sono la stessa persona e Darcy, la moglie solo di Bob, scopre la doppia personalità del marito un po’ troppo tardi. Sì, 27 anni direi che son molti. E adesso che farà?
Io lo so, voi che aspettate a scoprirlo? Leggete questa meraviglia!
Vi dirò una cosa: io per le raccolte di racconti di King sono un po’ di parte, dato che mi sono innamorata al primo colpo di “A volte ritornano”. Quest’autore è assolutamente un genio. Buona lettura!

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Pelizzari Opinione inserita da Pelizzari    07 Novembre, 2011
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Andare oltre il buio

E' il primo libro del Re che leggo e me ne sono innamorata. E' un'antologia di 4 racconti. Il primo è "1922". Un anno maledetto. Ci sono ratti, sangue, mucche, fattorie. Ci sono allucinazioni, deliri, solitudine, isolamento rurale, rimorsi. Colpiscono le illusioni provocate dal delirio e il sollievo nel pensare di dire la verità. Il secondo è "Maxicamionista", con protagonista una donna che subisce una delle peggiori violenze, ma che torna a voler vivere con tutte le sue forze. Nelle pagine entra e esce dalla propria coscienza, colloquia proprio con se stessa, tramite l'espediente delle voci del gatto, del navigatore, dei suoi morti. Vive esperienze extracorporee, ma si riscatta. E', a mio avviso, il racconto più bello dei 4. Il terzo è "La giusta estensione", in cui il protagonista scende a patti col diavolo e si compra letteralmente un'estensione di vita, ai danni della felicità del suo miglior amico. E' bella la legge del contrappasso che viene espressa. Il quarto è "Il bel matrimonio", storia piena di illusioni di avere la fortuna di avere una vita felice, finchè la protagonista scopre il terribile segreto del marito. Originale è la descrizione del rapporto che la donna ha con lo specchio. Scioccante è la definizione che dà di suo marito, quando scopre chi è davvero: un uomo conchiglia, con dentro solo rumore di vuoto. Lo stile dell'autore, in tutti i racconti, è davvero eccezionale, parla, dialoga col lettore raccontando di persone ordinarie in circostanze straordinarie. Scadagli gli uomini, le donne. Uomini e donne sono i protagonisti di queste storie, ma sono soprattutto le donne che spiccano. Da leggere è anche la postilla dell'autore al lettore, perchè chiude quest'antologia con un vero "colpo d'autore".

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Viola96 Opinione inserita da Viola96    20 Settembre, 2011
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Notte Buia,Niente Stelle.

Si è fatto attendere ben 10 anni il miglior romanzo di Stephen King degli anni zero,ma alla fine è arrivato.Ed è anche una boccata d'aria fresca,se si pensa che viene dopo "The Dome",ovvero uno dei punti più bassi della carriera luminosa del Re."Notte buia niente stelle" è un'antologia geniale di racconti che riesce ad accattivare e ad impressionare il lettore.4 storie(di cui una breve) molto belle e importanti,che fanno tornare il Re al suo solito livello.Come nello straordinario "Dolores Claiborne" e nel discreto "La Storia di Lisey",King permette i suoi classici sviluppi femminili,creando storie di donne come se creasse un mondo a sè,diverso eppure uguale.Nella prima storia un contadino decide di uccidere la moglie con l'ausilio del figlio perchè quella vuole vendere la sua fattoria;Nella seconda storia una giornalista viene seviziata e messa in fondo a un canale di scolo,ma lì medita vendetta;In una terza breve storia,vende l'anima del migliore amico al diavolo;Nella quarta storia una coppia va in crisi quando la moglie scopre i segreti del marito.In un compendio horror che trascina e pervade,in un crescendo straordinario e passionale,King si riconferma un autore eccezionale,capace di spaziare da una parte all'altra del mondo e di restare comunque attaccato alla tradizionalità del suo modo di scrivere.King ha un tratto oramai inconfondibile ed imprime nei suoi racconti una serie di marchi di fabbrica,a partire dal finto dominio maschile,fino ad arrivare alla donna sempre più Medea e Clitemnestra."Notte buia niente stelle" non è un capolavoro,ma ci si avvicina molto,grazie anche alla grande traduzione di Wu Ming 1,al quale va una chiara nota di merito.

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Opinione inserita da Saoul    17 Agosto, 2011

Inconfondibile

E' vero, King è sempre King. Il suo stile narrativo è unico, avvincente. Sono pochi gli autori capaci di scrivere libri che il lettore si beve in poche ore. Anche in questo caso, King ha dato prova di grande capacità. La formula del racconto (sono 4 in questa raccolta) sembra addirittura penalizzarlo, perché King è autore prodigo di dettagli. Ad ogni modo, il libro è avvicente, intrigante, spaventoso...

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Stefp Opinione inserita da Stefp    13 Luglio, 2011
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Notte buia, niente stelle

Quattro racconti, quasi quattro romanzi. In “1922”, Wilfred, un agricoltore, pianifica e mette in atto l'omicidio della moglie rea di voler vendere la terra per andare a vivere in città, coinvolgendo e facendosi aiutare dal figlio minorenne. Il racconto più horror dei quattro, raccontato, attraverso una confessione scritta, in prima persona dall'omicida. Bellissima ambientazione nel profondissimo country, tra le due guerre con bellissimi personaggi. Forse il più bello dei quattro.
In “Maxicamionista” una scrittrice di successo viene stuprata e abbandonata perché creduta morta. Si trasformerà da tranquilla scrittrice in cacciatrice di vendetta. Forse il più debole dei quattro, ma con una trasformazione psicologica della protagonista apprezzabile.
Poi “La giusta estensione”; un malato di cancro incontra un venditore ambulante che altri non è che un demone che gli propone un'estensione di vita, in cambio di..... Il classico patto col Diavolo. Qui affiora il paranormale tanto caro al nostro Stephen King.
Infine “Un bel matrimonio”; per caso Darcy scopre un terribile segreto custodito dal marito per tantissimi anni, un segreto che sconvolge una tranquilla, quasi noiosa, ma tutto sommato, bella vita matrimoniale di una coppia piccolo borghese. Con chi ho vissuto tutti questi anni? E ora che fare?
Denominatore comune delle quattro vicende una tranquilla esistenza di persone comuni improvvisamente sconvolta da un evento imprevedibile e irrimediabile e quindi Stephen King avvia magistralmente l'escalation di pazzia, orrore, perdizione o vendetta e salvezza. Un gorgo impietoso, inevitabile che trascina dentro i propri personaggi e noi che leggiamo, non prima di averci comunque profondamente turbato, con la capacità che ha di farci calare nei panni dei suoi protagonisti, a chiederci: cosa farei io?
Non leggevo Stephen King da “La bambina che amava Ton Gordon”, ed è stato come reincontrare un caro amico e scoprire dopo anni che il feeling è sempre quello, acceso, lì sotto la cenere. Non mi mancava lo Stephen King infarcito di paranormale, ma questo, con i personaggi vivi, veri, i dialoghi perfetti, reali, le ottime ambientazioni dove sembra di aver sempre vissuto, il senso di angoscia, di terrore che sale, è una grande riscoperta.
Piacevolissima la postilla dove lo stesso King parla con il lettore e spiega anche come ha pensato a queste storie; dovrebbero metterla tutti gli scrittori.
“....Nei miei lettori voglio provocare una reazione emotiva, quasi viscerale. Il mio scopo non è farli pensare MENTRE leggono...”
Obbiettivo centrato!

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Ginseng666 Opinione inserita da Ginseng666    04 Luglio, 2011
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L'orrore vissuto nel quotidiano...

Come qualcuno avrà certamente capito, sono una grande fan di Stephen King, a cui riconosco oltre che una grande, variegata produzione letteraria, un genio particolare, le sue opere non sono mai, infatti univoche o simili ma sanno spaziare nell'universo delle argomentazioni, anche se si centrano poi in fondo nel medesimo filone che è quello horror.
In questo libro che consta di 4 piacevoli racconti noir, l'autore si cala nel quotidiano, in cui assassini e vittime sono persone comuni, che ci ammiccano talvolta dalle pagine dei giornali di cronaca nera, e al di là di essere inverosimili, ci appartengono come retaggio di una società che a volte crea i mostri con i suoi profondi e malati squilibri..
Non ci può quindi meravigliare la storia dell'uomo che uccide la moglie e la getta in un pozzo, nè quella della ragazza stuprata che prenderà poi le vesti del carnefice..nè le altre due così vicine a noi...ciò che meraviglia è lo stile di King capace di presentarci dei personaggi inquietanti che ci terrorizzano, ci emozionano,ci provocano stupore, ci inseriscono in un vortice di angoscia mista a interesse. La nevrosi degli uomini, qui presentata ed evidenziata come un guasto profondo che emerge dalle loro personalità, ci riconduce comunque a compiere un bilancio positivo degli scritti di King, perle preziose in un insieme di autori di tentano invano di emozionarci.
Da leggere o da rileggere se qualcuno lo avesse già visionato.
Saluti.
Ginseng666

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andrea70 Opinione inserita da andrea70    01 Giugno, 2011
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Il buio dell'anima

Non siamo ai livelli emozionalmente favolosi di "Stagioni diverse" ma quanto mi piace King quando mette da parte l'inverosimile ed il paranormale "sempre e comunque" e si cala mani e piedi nelle quotidiane umane tragedie delle persone qualunque . Si perchè in fondo le 4 storie raccolte nel romanzo non sono poi così inverosimili : coppie in crisi in cui uno dei due decide che il divorzio è uno spreco di tempo e di denaro...e cova un rancore tale da ... ; la donna stuprata che si fa giustizia da sola ; l'invidia ed il risentimento covato per anni riversato sul "legittimo destinatario" ; la donna che scopre di vivere da anni con un mostro . Non sono storie così lontane da quanto leggiamo sui giornali o da quanto potremmo leggere se una delle vittime riuscisse a far scattare quella molla che la trasforma in carnefice del suo persecutore , nessuno dei personaggi della raccolta è completamente buono o completamente cattivo, c'è del buio nella nostra anima e quando i sentimenti di una persona qualunque ci passano attraverso ...la colomba può diventare falco.
Bravo King a fare in modo che sia il turbamento interiore dei protagonisti a tenere alta la tensione perchè è dentro ognuno di noi che si combatte la più grande battaglia tra bene e male, tra giusto e sbagliato , tra giustizia e vendetta e quante volte il confine è una linea sottile come la lama di un rasoio...
Bravo King : attuale nei temi, concreto ed incisivo nello stile.

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alan smithee Opinione inserita da alan smithee    31 Mag, 2011
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L'oscura insensatezza del cuore umano

Che piacere ritrovare lo Stephen King dei vecchi tempi, o quasi.
Si perche', a mio avviso, raggiungere le vette invalicabili di capolavori assoluti come Shining sara' probabilmente impossibile, ma riscontrare che il celebre scrittore si avvicina ai migliori risultati dei primi bei romanzi anni '70/'80 e' una vera bella notizia.
L'ultimo libro e' un poker di racconti (di cui almeno due romanzi brevi) molto diversi tra loro, accomunati pero' tutti dalla geniale capacita' del maestro (del brivido naturalmente, per restare nel clichè) di rappresentarci quattro disperati che si rendono protagonisti di azioni efferate ed omicidi in nome di una speranza, di un progetto, di una sopravvivenza.
Anche la persona piu' mite, una volta angheriata dalla sgradevole consorte (un "1922" quasi straziante), o la scrittrice stuprata fin quasi alla morte ("Maxicamionista" un cult x una possibile trasposizione cinematografica in salsa tarantiniana) , o ancora il mite bancario con i giorni contati ("la giusta estensione" - breve incubo senza fine), o infine la casalinga che scopre di convivere da decenni con un efferato assassino ("un bel matrimonio", storia di ordinaria follia omicida seriale) - puo' trasformarsi in belva feroce e attaccare per non essere attaccata, in modo da avere salva la vita.
In fondo l'autore ha sempre ritenuto che noi tutti non siamo altro che esplosivi innescati che la mala sorte puo' far scatenare senza preavviso. Ognuno dei personaggi sopra citati inoltre mantiene, nella spregiudicatezza delle proprie azioni, una umanita' che li rende tutto sommato sempre delle figure positive, anche perche' i cattivi, quelli veri in questo romanzo, fanno davvero paura...
E poi questa perfetta capacita' di rappresentare l'inquietante periferia americana - culla di mostri e teatro di efferati crimini impuniti - e' il trait-d'union dell' intera opera del genio del Maine.
Ottima infine, a mio giudizio, la traduzione di Wu Ming 1, che contribuisce alla perfetta riuscita del libro.

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i primi capolavori di King, da Shining a Carrie, da Le notti di Salem a Misery
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Sydbar Opinione inserita da Sydbar    01 Marzo, 2011
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Notte buia, niente stelle

Se mi avessero regalato il libro senza copertina e senza rivelarmi chi ne fosse l'autore difficilmente avrei sbagliato...avrei affermato: King!
Citandolo dico solo che con questa raccolta di 4 racconti brevi, l'autore descrive persone normali che si ritrovano a vivere storie e situazioni straordinarie.
Lo stile è il suo marchio di fabbrica, una sensazione di quiete che improvvisamente, al contrario di Leopardi, precede la tempesta, si, quella tempesta che alberga nell'animo di ognuno dei suoi personaggi e che è pronta ad entrare in azione come un uragano, che porta con sé una buona dose di distruzione.
L'animo umano dei suoi personaggi è descritto davvero molto bene e sembra di vederli Wilfred, Tess, Streeter e Darcy con le loro speranze, angosce paure e terrore che si muovono in quelle loro apparenti vite tranquille.
Spiegare il perchè del massimo dei voti in termini di piacevolezza è superfluo, stiamo recensendo racconti brevi di Stephen King, è ovvio che siano piacevoli...ah ah ah! Scusate mi lascio trascinare sempre troppo dalle cose che mi affascinano.
Ovvio che lo consiglio, King è in forma smagliante senza esagerare.
Buona lettura.
Syd

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King
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Luca80 Opinione inserita da Luca80    11 Gennaio, 2011
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Il RE in forma con la formula del 4

La formula del racconto, si sa, è piuttosto insidiosa. Le tipologie di racconto, poi, possono manifestarsi in mille forme, a seconda della lunghezza. Il RE (appellativo a mio avviso perfetto) ci ha abituato a meravigliose e spericolate fughe verso la meta alternandole a cadenzate passeggiate al buio. Qui siamo di fronte a 3 mini - romanzi e un racconto fast and furious. Personalmente ho ancora in testa 2 meravigliosi capolavori dalla costruzione a 4 come "Stagioni Diverse" e "Quattro dopo mezzanotte" ciascuno degno di essere annoverato tra le migliori composizioni kinghiane. "Notte buia niente stelle", accompagnato dalla novità di un muovo traduttore (un abbraccio al caro Tullio Dobner), si legge con una spiazzante semplicità. Banale? Commerciale? Niente di tutto ciò. Lo stile del RE, semplicemente, splende e scorre come acqua fresca anche laddove descrive storie dure (lo ammette lui stesso, nella postilla) e di non facile digestione. Le donne sono al centro dei 3 mini - romanzi, tutti degni di essere ricordati e dei quali non dirò nulla. Tentare di spiegare un romanzo di S.King significa togliere almeno il 30% dell'emozione che regala ogni pagina. Quello che dirò è che i personaggi femminili colpiscono per originalità, freddezza ed estremismo nelle sfaccettature che presentano. Il racconto breve è meravigliosamente completo e tratta una tematica che è molto più vicina di quanto non si riesca a credere.... l'INVIDIA. Dialoghi perfetti e credibili (una dote che rende il RE degno della propria corona), vicende sgradevoli al punto da diventare poetiche, riflessioni psicologiche degne di un saggio sulla follia umana, descrizioni che, come al solito, si trovano al confine con la fotografia.
Senza tediarvi oltre con le sperticate lodi verso un autore che, avrete capito, amo alla follia, vi lascio con l'invito più sincero che possa trasmettervi: LEGGETELO!

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King deve essere letto da chiunque voglia assaporare il puro piacere dell'affabulazione.
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kabubi81 Opinione inserita da kabubi81    07 Gennaio, 2011
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notte buia, niente stelle

I racconti sono buoni, lo stile di King è sempre ottimo, che scriva horror o altro, ma effettivamente manca quel qualcosa che mi porterebbe a scrivere "Leggetelo assolutamente!"... si rimane con un po' d'amaro in bocca, ecco... Ma il Re è pur sempre il Re, quindi aspettiamo un suo nuovo lavoro :)

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