Dettagli Recensione

Top 50 Opinionisti - Guarda tutte le mie opinioni
I racconti di un'anima.
Leggendo questi racconti è impossibile anche non leggere la biografia dell'autrice, una vita breve, intensa, che l'aveva portata da Kiev dove era nata nel 1903 in Russia, e poi, in fuga in Finlandia e Svezia fino ad approdare in Francia dove aveva pienamente espresso la sua passione per la scrittura, lasciando ai posteri una lunga sere di capolavori letterari. Immagini ormai svanite nel tempo, come le riprese dei fratelli Lumière relative al Carnevale di Nizza, riprese dall'autrice insieme ad una lunga serie di altri racconti, alcuni giovanili, che fermano nel tempo immagini della prima metà del secolo scorso: situazioni e personaggi descritti minuziosamente, tanto da renderli presenti e vivi nella nostra immaginazione. Non per niente, come si legge dalla critica, il primo editore della Nemirowsky si era addirittura meravigliato come l'autrice fosse riuscita, pur giovanissima. a scavare così profondamente nell'animo umano.
Basta passare in rassegna alcuni dei personaggi che animano i racconti, cominciando dalle quattro scenette che hanno come protagonista una ragazzetta ironica e sfacciata, Nonoche, antesignana delle attuali forse più smaliziate discotecare: Nonoche, da sola o con l'amica del cuore Louloute, visita il Louvre, va al cinema, in villeggiatura, nello studio di una chiaroveggente, comportandosi sempre da svampita credulona ma nascondendo un animo da sognatrice, sempre alla ricerca di un principe azzurro, tra delusioni, situazioni buffe e incomprensioni.
Le avventure dell'impertinente Nonoche sono raccontate come fossero una sceneggiatura teatrale, seguite da altri racconti in cui primeggiano personaggi che lasciano un segno. Come, ad esempio, la borghese Claudine alle prese con un tema drammatico, un aborto, affrontato con piglio moderno, pur in tempi nei quali l'argomento era ancora tabù. E poi ancora la storia della governante Njanja al seguito di una famiglia russa fuggita in Francia a seguito della Rivoluzione: una anziana dolcissima, riservata, incapace di ambientarsi a Parigi, nostalgica della sua terra lontana e della neve...
Una serie di personaggi raccontati quasi con tecnica cinematografica, come se l'autrice fosse dietro ad una macchina da presa: ed ecco Christian Rabinovitch e l'incontro con un enigmatico barbone, Mario alla conquista di Parigi e di un sogno che via via si affievolisce, l'emozionante racconto "Le rive felici", "I giardini di Tauride" , ricco di appunti e riflessioni dell'autrice.
Una serie di racconti narrati con tecniche diverse, ma sempre illuminanti sul desiderio quasi impetuoso dell'autrice di "buttar fuori" d'impeto l'urgenza di comunicare, di esprimersi, di ricordare in tanti modi un passato lontano, rimpianti, nostalgie, illusioni di una giovinezza che fugge via e, forse, il presagio di un avvenire minaccioso.
La Nemirowsky infatti, di origine ebraica, sarà arrestata nel 1942, internata ad Auschwitz dove morirà poco dopo. Stessa sorte toccherà al marito, dopo vani inascoltati tentativi di salvare la moglie. Si spegneva così a soli 39 anni una delle scrittrici più sensibili ed avvincenti del secolo scorso.