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In cui Miss Marple eclissa Poirot
Più di un anno dopo la lettura di "Hercule Poirot indaga", mi sono cimentata in una nuova (ma soltanto per me!) antologia scritta dalla cara Agatha, ossia "Appuntamento con la paura". Ho scelto di affrontare questo volume come tappa intermedia nel mio percorso di recupero di tutte le storie in cui compare Miss Jane Marple, nonostante questa raccolta non sia dedicata unicamente alla placida appassionata di lavoro a maglia; oltre a non essere neppure un compendio riservato ai soli racconti gialli.
L'antologia è formata infatti da otto narrazioni, due delle quali rientrano chiaramente nel genere horror, per quanto in versione molto leggera. Le altre sei sono ripartite tra i più celebri risolutori di Christie: in due compare la già citata Miss Marple ed in quattro l'immodesto detective belga, per due volte affiancato e raccontato dal capitano Arthur Hastings. Dal momento che si tratta di narrazioni brevi se non brevissime, non posso dire nulla per quanto riguarda gli intrecci, però desidero precisare che non è presente nessun collegamento tra i vari racconti, nonostante in alcuni vengano menzionati in modo alquanto palese personaggi ed eventi relativi alle precedenti opere christieane, come la figura di Raymond West, ignoto scrittore e notissimo nipote di Miss Marple.
Per quanto riguarda il buon Hercule, ho trovato purtroppo le sue indagini soltanto carine. A mio avviso hanno faticato ad andare oltre la sufficienza principalmente perché poggiano su svolte abbastanza palesi ad un lettore affezionato della cara Agatha; un buon esempio in questo senso è rappresentato dal primo racconto "Doppia colpa". I successivi "Nido di vespe" e "Doppio indizio" mi sono sembrati meglio riusciti a livello di trama, ma privi dello spazio necessario per risultare del tutto soddisfacenti. Lo spazio non manca invece ne "L'avventura del dolce di Natale", forse la miglior avventura di Poirot tra queste quattro; peccato che la risoluzione finale sia così frettolosa e conveniente.
Dei racconti incentrati su Miss Marple invece non posso che essere soddisfatta: non c'è da urlare al capolavoro, ma "Asilo" rivela un intreccio abbastanza complesso nel suo piccolo mentre "La follia di Greenshaw" è a mani basse la miglior storia dell'intera raccolta: un'ambientazione peculiare, personaggi validi (nei limiti delle poche pagine concesse loro) ed un giallo ben presentato, nel quale l'arguta vecchina inglese si inserisce ottimamente per illustrare con chiarezza un piano criminoso a dir poco contorto.
Rimangono quindi i due racconti dalle vibes paranormali, e sono stati proprio questi ad avermi fortemente deluso. Non che avessi chissà quali aspettative sul talento di Christie nello scrivere delle storie dalle tinte fantastiche, ma "La bambola della sarta" e "L'ultima séance" non mi hanno trasmesso nessun tipo di tensione. A dispetto della presenza di elementi classici del genere horror -come le bambole possedute e le sedute spiritiche- queste narrazioni mancano di qualsiasi guizzo sia sul piano contenutistico che su quello emozionale. Avranno forse fatto effetto sui lettori di sessant'anni fa, ma a quelli contemporanei non credo proprio possano risultare appetibili.
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