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Il male irrompe nella normalità
Shirley Jackson ha pubblicato otto titoli di libri, il più recente dei quali è intitolato La meridiana. Ora propone Un giorno come un altro, una antologia di racconti che sono apparsi originariamente su una rivista tra il 1943 e il 1968.
Una raccolta che narra vite normali, in cui introduce il male e il sovrannaturale.
La tesi di fondo è che:
“Nulla è più inquietante dell’ordinario”.
La normalità dei personaggi è il tema centrale che accomuna tutti i racconti, che sono un affresco della società americana degli anni Cinquanta, con le sue diversità e le sue caratterizzazioni. C’è la gentilezza, la cura nel trattare un paziente ammalato, il buon vicinato: tanti piccoli microcosmi descritti con minuzia di particolari, in cui , però, ad un certo punto si introduce il lato sovrannaturale, il lato oscuro, ciò che si stenta a conoscere e a comprendere. Così in finale, al genere horror si affianca il ritratto di una umanità complessa e variegata, incapace di fronteggiare il male e vincerlo. Per cui:
“Non cercare mai di assomigliare agli altri, mia cara. Disse placida la bisnonna. Essere come gli altri, non paga. Ti ho mai raccontato che sono stata la prima donna – la prima signora, anzi- a fumare una sigaretta a San Francisco?”
Una lettura speciale, gotica ed horror, magica e preda assoluta del caso.
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