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Il dolore della sopravvivenza
Kyoko aveva quindici anni quando il 9 agosto 1945 venne sganciata l'atomica su Nagasaki.
Ad una manciata di giorni dalla fine del conflitto mondiale, una catastrofe ha segnato l'umanità.
Non saranno più i quindici anni della spensierata adolescenza, ma l'inizio di una nuova vita che assumerà le sembianze di una sopravvivenza, di una lotta continua con le immagini di morte e di sofferenze indicibili, con le conseguenze della contaminazione che trasformano il corpo e la psiche.
Come poter tornare alla vita quando ciò che resta di un figlio o di un amico è un piccolo cumulo di cenere all'interno di una scuola.
Come tornare alla vita quando resti solo in mezzo alla distruzione dopo che impotente hai visto morire nell'immediato o a posteriori, familiari e amici con i corpi dilaniati.
Odori, colori, buio, urla e silenzio.
I racconti editati con il titolo “Nagasaki” sono un unicum narrativo, un narrato per immagini e dialoghi che parlano direttamente allo sgomento lettore, senza necessità da parte di chi scrive di ricercare commiserazione.
Non è una testimonianza che cerca sentimentalismo, è la voce di una donna che una volta entrata nella stirpe dei sopravvissuti, ha abbracciato la missione del ricordo con un occhio rivolto in modo particolare all'universo femminile come lascia percepire tra queste righe.
L'olocausto nucleare non ha una fine per chi lo ha subito, è un fardello che accompagna l'intera esistenza e di cui da sempre Kyoko Hayashi si è fatta portavoce fino all'anno 2017 in cui è spenta lì a Nagasaki.
Unico testo tradotto in italiano, è auspicabile che possa giungere nel nostro paese anche la restante produzione dell'autrice.
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