Dettagli Recensione
Critica alla donna borghese
Primo incontro con l'autrice ed è stato un fortunato incontro! La conoscevo per fama, come compagna di Sartre e donna indipendente, femminista nei suoi scritti. Il libro l'ho pescato nella libreria di un albergo nelle appena passate vacanze estive e magari l'ambiente rilassante in cui mi trovavo e la tranquillità di spirito mi hanno permesso di apprezzare meglio il testo.
Si tratta di una raccolta di racconti, tre per l'esattezza, scritti in prima persona da un personaggio femminile tormentato e in tre stili diversi. Il primo, che prende il nome della raccolta è scritto sotto forma di diario, visto come una modalità per sfogare la rabbia e auto-analizzarsi. La protagonista, in apparenza una mamma e una moglie impeccabile, viene lasciata dal marito. Dovrà fare i conti con i propri errori, con l'adagiarsi nel ruolo di moglie senza mai coltivare del tempo per se stessa o per l'amore coniugale, dandolo per scontato. La protagonista, in piena crisi esistenziale, attraverso le sue quotidiane annotazioni, si dimostra essere una moglie abbastanza egoista, con poca attenzione verso il marito, capricciosa, una mamma super protettiva e che in questo momento tormenta le sue figlie ormai grandi con i propri problemi coniugali, una moglie che ha assunto pienamente questo ruolo senza lasciare altro spazio alla propria vita in quanto donna e abbandonando qualsiasi idea di sviluppo professionale. Il risultato è trovarsi per l'appunto spiazzata, morta in un mondo di vivi, e la rinascita sembra ancora lontana ma si intravvede. Ci sono delle mirabili pagine poetiche sulla solitudine e sul dolore.
Il secondo racconto, scritto in modo classico, ha come protagonista sempre una moglie e una mamma, che viene delusa da suo figlio e a catena anche da suo marito. L'ho meno apprezzato non perché non sia scritto altrettanto bene ma perché la protagonista è insopportabile a mio avviso. Una donna viziata e despotica che pretende che il suo figlio trentenne, ormai sposato, continui a vivere secondo le idee della madre e con la prima occasione in cui lui vuole intraprendere un percorso diverso seppur rispettabile, la madre non lo vuole più vedere, condannandolo con asprezza. Odioso questo racconto!
Infine, l'ultimo, un breve e intenso flusso di coscienza di una donna sola, arrabbiata col mondo, e che sente addosso tutta la pesantezza della sua situazione, una ottima conclusione della raccolta colmando con un intenso carico emotivo. Se nel primo racconto la prosa è forbita e l'introspezione ha la priorità, qui il linguaggio diventa a tratti volgare perché tutto il discorso è istintivo, scritto di getto, una rabbia scaricata senza sconti contro il mondo intero.
In tutti i tre i casi si intravvede un luccichio in fondo al tunnel, ma la strada per arrivarci è ancora lunga. Ho trovato questo libro molto critico nei confronti della donna borghese attaccata al suo status di moglie e di madre, dimenticando quello di donna e dimenticando di coltivare la propria individualità. Di conseguenza, quando crolla il proprio castello perché magari il matrimonio va a rotoli o i figli seguono la propria strada, non rimangono che macerie e non si ha altro rifugio. Libro assolutamente consigliato, non vedo l'ora di leggere altro della scrittrice.
Indicazioni utili
Commenti
1 risultati - visualizzati 1 - 1 |
Ordina
|
1 risultati - visualizzati 1 - 1 |