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Prima persona singolare
 
Prima persona singolare 2021-03-11 17:51:55 annamariabalzano43
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annamariabalzano43 Opinione inserita da annamariabalzano43    11 Marzo, 2021
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Viaggio nei molteplici spazi dell’io.

Una raccolta di otto racconti che ci ripropongono alcuni dei temi più cari a Murakami. Un io, alter ego dell’autore, indaga nel suo essere presente, come in quello passato non senza immaginare il futuro. In questo viaggio a volte realistico, a volte fantastico, ma sempre ricco di interrogativi esistenziali ai quali l’autore evita di dare risposte certe, ritornano i temi dell’amore, della morte, dello sport, dell’arte ora come poesia, ora come musica, ora come semplice esperienza estetica.
La fisicità di una donna incontrata per caso non è affatto inconciliabile con la sua vena poetica, anzi questa sua sorprendente attitudine induce a riflettere, a porsi domande sulla vita e sulla morte.
“Poso l’orecchio sul cuscino di pietra, e ascolto il suono del sangue che scorre” – la pietra fredda e immobile come una lapide nasconde in sé il fluire di quella che fu vita, per poi divenire polvere – “Spezzare, essere spezzati, se poso la nuca sul cuscino di pietra, ecco, è diventato polvere.
Nel secondo racconto il lato incomprensibile della vita è rappresentato come un cerchio con tanti centri. Una figura difficile da immaginare, che può però aiutare a capire ciò che sembra incomprensibile. Murakami non rinuncia a creare stupore nel lettore neanche quando immagina un passato che possa rivivere nel presente con gli stessi protagonisti come nel caso del disco di Charlie Parker che suona la bossa nova. Sono piani diversi che si sovrappongono in un gioco stimolante che ci trasporta indefinitamente tra l’ieri e l’oggi.
La musica accompagna ogni racconto, come sempre nelle opere di Murakami, dal beat e pop rock dei Beatles, a quella classica di Strauss o Shumann come in Carnaval.
La più originale di queste otto storie è certamente “Confessione di una scimmia di Shinagawa” che propone l’incontro tra il protagonista e un macaco parlante. Qui il fantastico assume quasi un aspetto di normalità fintanto che i due personaggi si scambiano confidenze e riflessioni sulla vita. È nel momento in cui questo incontro entra a fare parte delle esperienze del passato che ci si interroga sulla veridicità degli eventi raccontati, soprattutto quando una sia pur minima traccia ne è rimasta nel presente.
L’ultimo racconto che ha il titolo della raccolta è emblematico dello stile e della narrativa di Murakami. Ritorna l’interrogativo su quale sia il limite tra il sogno e la realtà. È la vita dell’essere umano un viaggio onirico attraverso molteplici esperienze e relazioni?

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