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Istantanee di disagio borghese
"Nove racconti" è una racconta di brevi storie (tutte tra le venti e le trenta pagine), scritte da Salinger tra il 1948 e il 1953, anno in cui sono state pubblicate per la prima volta in un volume unico.
I racconti presentano molti elementi in comune, pur non essendoci un filone narrativo unico, né collegamenti dati dalla presenza degli stessi personaggi; l'unica eccezione riguarda la famiglia Glass, già protagonista nel duo formato da "Alzate l'architrave, carpentieri" e "Seymour. Introduzione", che in questa raccolta torna con i fratelli Seymour e Beatrice "Boo Boo", rispettivamente nel primo e nel quinto racconto, anche se sono presenti dei lievi accenni ai membri di questa famiglia in altre storie.
Senza entrare nel dettaglio dei singoli racconti -cosa che ne pregiudicherebbe la lettura ad altri, vista la loro brevità-, si può notare come, già dai personaggi principali, siano evidenti molte analogie: la maggior parte sono agiati borghesi, che Salinger mette alla berlina sottolineandone l'attaccamento ai beni di lusso
«-Se quella valigia non può reggere un bambino di dieci anni [...], non è degna di stare nella mia cabina,- disse la signora McArdle, senza aprire gli occhi.»
o ad altri elementi che possano indicare il loro status. Impegnati quasi esclusivamente in attività di diletto, come chiacchierare nei salotti o rilassarsi in vacanza, questi personaggi sono la personificazione di una sensazione di malessere, un disagio che impedisce loro di essere felici nonostante tutti i confort. Sotto questo aspetto molti di loro ricordano il protagonista de "Il giovane Holden":
«Prese una sigaretta dal proprio pacchetto, ignorando quelle contenute in una scatola trasparente sulla tavola, e l'accese col suo accendino.»
come lui, sono persone mediamente giovani, li vediamo sempre impegnate a fumare sigarette e guardano alla vita con un distacco annoiato o dolente.
Questo continuo malessere è causato principalmente da due fattori. Il primo è la difficoltà a stabilire delle relazioni sentimentali, per problemi di incomunicabilità
«Il Capo la teneva per la manica della pelliccia di castoro, ma lei si liberò. Si allontanò di corsa dal campo e [...] continuò finché non la vidi più.»
o di lontananza fisica; i personaggi di Salinger sembrano incapaci di dar voce alle proprie emozioni e lasciano allontanare le persone care, come se una corrente placida ma inarrestabile le portasse sempre più lontano.
Il secondo elemento, che in alcuni casi è collegato strettamente al primo, è la guerra. La raccolta fa riferimento al secondo conflitto mondiale ed alla Guerra di Corea, sia in modo diretto sia attraverso brevi aneddoti, dal momento che diversi personaggi sono proprio dei soldati.
«Mi disse che aveva l'impressione di far carriera anche lui, nell'esercito, ma in una direzione diversa da tutti gli altri. Disse che alla sua prima promozione, invece di dargli i galloni gli avrebbero tolto le maniche della giubba.»
Soldati che rimangono profondamente segnati dall'esperienza militare, tanto da riportare dei deficit fisici e -soprattutto- mentali; da notare come questi vengano considerati con sufficienza dalle persone estranee, che giudicano dall'alto della loro estraneità alle psicopatologie di guerra,
«-Ho scritto a Loretta che hai avuto un collasso nervoso.
-Oh?
-Sì. Lei la trova interessantissima, [...] Dice che nessuno si becca un collasso nervoso solo per la guerra e simili. Dice che tu dovevi già essere un tipo instabile, prima ancora di fare il soldato.»
rappresentate con grande delicatezza e cura da Salinger.
Opposti a questi altezzosi psichiatri dilettanti abbiamo invece i bambini; nei racconti sono quasi sempre presenti, e dimostrano una capacità quasi istintiva nel cogliere la realtà, a dispetto dei loro limiti naturali. Ad esempio, il figlio di Boo Boo afferma che:
«-Sandra ha detto alla signora Snell... che papà è un... grosso... pancione... di un kike.»
fraintendendo la parola kite (ossia, aquilone) ma cogliendo il senso generale della conversazione. Si può notare facilmente come questi bambini tendano ad assumere comportamenti molto maturi, nonché a guardare con una sorta di venerazione alle figure genitoriali assenti.
In linea generale, potete capire come i racconti abbiano un tono prevalentemente triste, trattando anche tematiche tragiche, nonostante ciò non mancano dei momenti più leggeri e quasi umoristici.
«Io -un uomo che aveva vinto tre primi premi, un INTIMO AMICO DI PICASSO (che a quel punto cominciavo a crede di essere davvero)- venivo usato come traduttore.»
In diversi casi inoltre, è presente un colpo di scena finale che capovolge lo sviluppo stesso della storia, almeno per come era stata presentata fino a quel momento. Bisogna ammettere che Salinger riesce davvero a stupire i suoi lettori con una sola frase.