Dettagli Recensione
Alcol, corse, poesia
Che dire di uno scrittore che ha creato uno stile così originale e personale che quando sentiamo l'aggettivo "bukowskiano" capiamo esattamente l'universo letterario in cui stiamo per immergerci? Un autore che non è si è conformato a nessun genere letterario esistente, ma è andato oltre qualsiasi confine, originando un mondo nuovo fatto di personaggi sopra le righe, antieroi della vita quotidiana, dei sobborghi più malfamati delle città americane,
"Musica per organi caldi" è una raccolta di racconti molto brevi, una media di 6 pagine ciascuno. Generalmente preferisco i romanzi ai racconti, il romanzo mi rapisce e coinvolge completamente, permettendomi di leggere il libro tutto d'un fiato; nei racconti invece la conclusione di uno di essi e l'inizio del successivo, mi obbliga ad abbandonare i personaggi a cui mi ero appena affezionata e a far conoscenza velocemente con altri, facendomi perdere il ritmo e il coinvolgimento della narrazione. Questo libro è un'altra cosa. Tutti i personaggi descritti sono alla fine i mille volti di un unica persona, mi chiedo, il vero Charles Bukowski? Episodi di vita quotidiana, non si racconta mai avventure di particolare importanza, nella maggior parte dei casi sono poeti, alcolizzati, che non si prendono mai sul serio, con un linguaggio sboccato, osceno, indecente. Eppure c'è un che di poetico in queste pennellate di vita raccontate senza pudore, senza edulcorazioni, dalla parte dei reietti e degli emarginati. Sono sicura che uno stile così particolare e personale non lasci vie di mezzo, o piace o non piace per niente. Io l'ho amato, perché così lontano dal mio mondo, perché così coraggioso, come un pugno in pieno volto. Ma soprattutto perché mi sarebbe piaciuto da morire trovarmi con Charles Bukowski/Herry Kinaski (suo alter ego letterario) in un bar d'infima fama a parlare e a sentirgli dire la verità sulla vita, nuda, cruda, con un coraggio che non si incontra facilmente.