Dettagli Recensione
Ben fatto, vecchio mio
“Ratto”, ovvero l’ultimo racconto di questa raccolta, mi ha lasciato l'impressione che le difficoltà del protagonista a concludere un romanzo nascondano una paura o un’effettiva difficoltà del King recente. Un po’ come le paure espresse in “Misery”. Infatti, sebbene “L’istituto” e soprattutto “The Outsider” siano dei buoni lavori, avevano dei cedimenti che lasciavano in bocca il sapore della stanchezza, dell’indolenza, dell’incapacità di concentrarsi e trovare espedienti narrativi davvero soddisfacenti. Questo li rende, seppur siano godibili, ben lontani dai vecchi capolavori del Re. Per quanto riguarda i racconti, il discorso pare molto diverso: questi ultimi infatti si dimostrano solidi e mantengono tutte le peculiarità che ci hanno portato ad amare King nel corso di tutti questi anni.
Si, “Se scorre il sangue" è davvero un ottimo lavoro.
Ovviamente, l’attenzione di chi si appresta alla lettura è focalizzata sul racconto (o romanzo breve) che dà il nome alla raccolta, che ha come protagonista Holly Gibney e appartiene al filone degli “Outsider”. Questo suggerirebbe che gli altri tre racconti, come accaduto in passato, siano stati buttati lì per rimpolpare un tomo altrimenti troppo sottile: pescati nella massa di inediti scritti dall’autore e buttati lì a caso. E invece sapete una cosa? sono forse ancora più belli del racconto “principe”, ed è davvero difficile decidere quale io abbia preferito; forse quello meno orrorifico e più letterario della raccolta: “La vita di Chuck”.
Variegate eppure estremamente kinghiane, ognuna di queste storie mi ha colpito in modo diverso: “Il telefono del signor Morrigan" mi ha impressionato e spinto a lasciare la luce accesa un po' in più; “La vita di Chuck" ha stimolato riflessioni e pensieri, lasciando il segno con la sua narrazione “invertita”; "Se scorre il sangue" ha placato la sete thrilleristica dell'autore (che fossi in lui abbandonerei; ma se proprio non ce la fa, molto meglio col contesto "Outsider”), fornendo comunque un discreto intrattenimento; "Ratto" mi ha coinvolto nelle difficoltà e nelle paranoie del protagonista scrittore, per il quale non potevo non provare almeno un pizzico di empatia.
Nonostante l'età che avanza, oltretutto, è bello vedere come King si stia adattando ai nostri tempi e spingendosi verso contesti e temi attuali come l’ascesa della tecnologia e il problema cambiamento climatico: cose che è stato molto abile a trattare e integrare soprattutto nei primi due racconti.
Per concludere, se nel caso delle mie ultime recensioni dell'autore ero un po' restio nel consigliare o meno la lettura della nuova uscita di turno, in questo caso non ho alcun dubbio: promosso a pieni voti. Leggetelo.
"Il cervello umano è per sua natura finito - non è altro che una massa di tessuto spugnoso racchiusa in una gabbia di ossa -, ma la mente che vi dimora è infinita. Le sue possibilità sono illimitate, e la sua forza immaginativa va ben oltre ogni nostra capacità di comprensione. Per come la vedo io, quando un uomo o una donna muoiono va in rovina un mondo intero, il mondo che quella persona conosceva, e nel quale credeva. Pensaci, Brian: ci sono miliardi di esseri umani sulla terra, e ognuno di loro ha un mondo intero dentro. Il pianeta come è stato concepito dalla sua mente."
Dal racconto "La vita di Chuck"