Dettagli Recensione
I libri sono fatti per legarsi agli uomini
Brevissimo, ma intenso ed emozionante.
Scritto in terza persona, è la storia di un ricordo. Il narratore ci porta in un caffè viennese detto Caffè Gluck, un locale alla buona, frequentato da “gente modesta che consumava più giornali che dolciumi”. Manca in quel caffè da molti anni e, appena si siede ad un tavolino, è sopraffatto dal ricordo di un uomo speciale, fuori dal comune, un bibliomane unico nel suo genere: Jackob Mendel, detto Mendel dei libri.
Sono passati così tanti anni, vent’anni, ma di lui ricorda le fattezze, come se ce lo avesse davanti agli occhi in quel momento: “lo sguardo dietro le lenti incollato in modo ipnotico a un libro”, salmodiando e dondolandosi avanti ed indietro come se fosse in una scuola talmudica, quale quella che aveva frequentato da ragazzo, essendo ebreo.
“Perché lui leggeva come altri pregano, come i giocatori giocano e gli ubriachi tengono lo sguardo fisso nel vuoto, storditi; il suo rapimento quando leggeva era così commovente che, da allora, il modo in cui gli altri leggono mi è sempre parso profano. In Jakob Mendel, in quel piccolo rivendugliolo galiziano con i suoi libri, avevo visto personificato per la prima volta – ero giovane allora – il grande mistero della concentrazione assoluta, che rende tali l’artista e lo studioso, il vero saggio e il perfetto monomane, la tragica ventura e sventura della piena possessione”.
Un uomo talmente preso dalla lettura e dai libri che non riusciva a concepire la vita al di fuori della carta stampata, al punto tale da non conoscere gli eventi e le conseguenze della guerra mondiale in corso mentre lui, seduto al caffè Gluck, memorizzava titoli, prezzi, edizioni...
Anche se Mendel è un personaggio estremo, “più unico che raro”, chi ama i libri troverà qualche pezzo di se stesso nella storia del bibliomane galiziano. Non sarà la sua memoria prodigiosa, non sarà il suo profondo livello di concentrazione, ma la devozione sì. Chi ama i libri non è mai sazio di letture, accumula libri su libri, non ne ha mai abbastanza. Chi ama i libri fa di tutto per trovare spazio nella giornata da consacrare a un libro. Leggere non è un’attività opzionale, leggere è respirare.
Un libro piccolo e denso, che racchiude dentro di sé almeno due lezioni: quella dell’unicità di ognuno di noi, che rimane nonostante gli eventi esterni e quella del ricordo, che unisce le persone e fa rivivere quelle che non ci sono più . In questo senso il libro è uno scrigno e al tempo stesso uno strumento del ricordo:
“i libri si fanno solo per legarsi agli uomini al di là del nostro breve respiro e difendersi così dall’inesorabile avversario di ogni vita: la caducità e l’oblio”.
Indicazioni utili
Per chi ama trovare libri che parlano del piacere della lettura “Trance. Autobiografia di un lettore” di Alan Pauls
Commenti
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Grazie, Marianna, per la bella ed appassionata recensione! :)
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Zweig è un autore che mi intriga abbastanza, ma finora ho letto solo un suo breve racconto: "Amok". Questo libro mi attira... me lo segno!