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paurina
Il sottotitolo di questo libro è "quattordici storie nere". Io direi che in realtà si tratta di una serie di racconti nelle varie tonalità del grigio: alcune scurette, altre anche un po' sbiadite. Ma questo va anche bene, perché trovo sia bello trovare dentro una raccolta diversi generi. Il limite di questo libro secondo me è che Stephen King non è molto portato alla sintesi. Mi è sempre piaciuto il suo modo di descrivere nei dettagli, quasi farci vedere davanti i suoi personaggi e gli ambienti dove si svolgono le sue storie. Il problema è che questo richiede un numero elevato di pagine. La storia in questo modo si distende piano piano, creando dentro il lettore l'appetito necessario a farsi l'abbuffata finale. In questo bisogna essere degli abili scrittori. Altra abilità, invece è la capacità di condensare in poche pagine una storia senza nulla togliere alla sua completezza. Credo che questa non sia una caratteristica di King, infatti a me in questa raccolta i racconti che sono piaciuti meno sono quelli più brevi. Le storie mi sono sembrate quasi affrettate verso la fine, come se a un certo punto la carta fosse finita e ci fosse la necessità di concludere. Belli invece i racconti lunghi nei quali si vede il tratto del maestro.