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La perdita della memoria
Il romanzo “Il tunnel” di A.B.Yehoshua si apre nel bel mezzo di un colloquio fra medico e paziente: Zvi Luria, settantatreenne ex ingegnere stradale, accompagnato dalla moglie, sta facendo decifrare l'immagine di una risonanza magnetica al neurologo. Purtroppo non ci sono dubbi: è stata rilevata un'atrofia del lobo frontale, con probabile degenerazione neuronale... insomma: demenza senile, perdita della memoria. Zvi e la moglie sono molto preoccupati, li attende un percorso lungo e doloroso. La loro reazione al responso del medico però non è di cieca disperazione, di autocommiserazione o di completa perdita di ogni speranza. Il medico suggerisce a Luria di cercare di rallentare la malattia attraverso la giusta disposizione di spirito: mantenersi attivo in ogni senso, non fuggire la vita ma, al contrario, cercarla, sguazzarci dentro.
E questo è proprio ciò che l'anziano ingegnere farà nel corso del romanzo. Forse la sua malattia non è qualcosa di completamente negativo, forse, in fondo in fondo, lo può liberare dalla scorza di razionalità e doveri che lo ha avviluppato e protetto da sempre. Da adesso in poi Luria dovrà trovare dei percorsi alternativi per continuare un'esistenza che si sta profondamente trasformando ma che non è ancora finita. Dovrà imboccare un tunnel oscuro, attraversarlo ed arrivare dall'altra parte per ritrovare la luce, per mettere in collegamento le due parti della sua vita: quella prima e quella dopo la malattia.
Luria infatti, su suggerimento della moglie, ricomincia a lavorare: viene preso come assistente non retribuito da un giovane ingegnere stradale figlio di un vecchio collega che si sta spegnendo a causa di un tumore. L'uomo, che si chiama Assael Maimoni, deve progettare una strada segreta nel deserto per conto dell'esercito e per realizzarla dovrà far approvare la costruzione di un tunnel: è necessario evitare ad ogni costo che venga spianata una certa collina, perché è il rifugio di una famiglia di profughi senza identità, non più palestinesi, non ancora israeliani. Il giovane ingegnere chiede aiuto a Luria e lo coinvolge nel lavoro: grazie alla sua esperienza e rispettabilità l'anziano può ancora dare un contributo rilevante, nonostante la demenza.
Il romanzo di Yehoshua tratta diversi temi: senza dubbio il tema della malattia è centrale in quest'opera. La malattia del protagonista è infatti accompagnata dalla descrizione di altre malattie che colpiscono anche altri personaggi. Come si affronta la progressiva perdita di fondamentali abilità fisiche e psichiche? É possibile continuare a vivere senza sprofondare nel baratro della disperazione? La risposta che dà l'autore sembra essere positiva: il romanzo infatti, pur affrontando un tema tanto triste, non è pervaso dall'angoscia e dall'oscurità ma anzi dalla dolcezza, dall'ironia, dalla delicatezza. Come se volesse trasmettere comunque un messaggio di speranza: nonostante le sofferenze e le contrarietà, è ancora possibile la condivisione, la tenerezza, l'affetto, che possono davvero fare la differenza nel destino dell'essere umano.
Come sempre nelle sue opere l'autore tratta le tematiche prese in esame sia da un punto di vista individuale che collettivo; per Yehoshua infatti l'essere umano non può essere scisso dal contesto storico sociale e geopolitico in cui vive. Così, anche ne “Il tunnel” ci sono riferimenti alla situazione israeliana ed al conflitto con i palestinesi. Ad esempio, di fronte alla malattia tutte le persone sono soltanto esseri umani, tutte le differenze e le ostilità sembrano annullarsi e dissolversi. E forse una perdita della memoria in alcuni contesti socio-politici non sarebbe così negativa, in quelle situazioni in cui l'identità di un popolo o di un gruppo viene strumentalizzata per rimarcare i conflitti e le differenze, mentre sarebbe desiderabile cercare un collegamento, una via di comunicazione, un tunnel.
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