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Vite incolmabili
Un senso di abbandono, dalla vita, dalle cose, da se stessi, accoglie i protagonisti di questi due lunghi racconti distanti per luogo, età dei protagonisti , identità sessuale, temi, prospettive di vita, ma con un senso condiviso, la certezza di essersi spinti oltre e che vi siano diversi modi di cadere.
Da una parte un avvenimento a sconvolgere l’ evidenza, insieme alla perdita del lavoro e dell’ ispirazione letteraria, dall’ altra una convivenza forzata che scoperchia qualcosa di sconosciuto ma da lungo tempo presente, con un senso di inadeguatezza personale che ritorna.
Cameron svela una scrittura di sentimenti, intima, delicata, relazionale, anche analisi fattuale che riversa contenuti inattesi sugli stessi protagonisti, impreparati al cambiamento e turbati dalla verità.
In loro si acuisce un senso di soffocamento, la consapevolezza di una identità perduta o solo anestetizzata dalla moderazione di relazioni protratte ed ormai scontate o divenute tali ai propri occhi, in tutt’altro affaccendati.
Talvolta la conoscenza protratta e la forza dell’ abitudine spezzano il sogno generando noia, smarrimento e senso di vuoto. Quale la causa, una anestesia personale e coniugale, circostanze accidentalmente avverse, la paura dell’ altro e di se’?
Trattasi del maledetto giuoco della vita, molte domande, poche risposte, nel mezzo gli anni trascorsi, tra invisibilità, menzogne, quiete, carenze relazionali, sonnolenza, ripetitivita’.
In “ La fine della mia vita a New York “, Theo, uno scrittore in piena crisi creativa ed identitaria, senza lavoro e con un senso di colpa per un incidente mortale da lui causato anni prima in stato di ebbrezza, esiliato dalla sua stessa vita e da se stesso, ridiscute il legame affettivo con il compagno Stefano ed una vita fasulla, pronta ad implodere e a franare nel cuore di una metropoli sempre più difficile ed inospitale, spaventato dal futuro, preoccupato dal presente, in un mondo fragile ed inconsistente, anche se qualcosa rimane e soprattutto qualcuno da amare.
In “ Dopo l’ inondazione “ una anziana coppia con un tremendo lutto alle spalle vive giorni ripetuti nella quiete di una tranquilla cittadina di provincia finché un avvenimento funesto, inaspettato, caritatevole, la consegna alla convivenza forzata con una famiglia di sfollati senza tetto.
Giorni diversi, incastri ancora da definire ed un senso di comunanza mai posseduto. Certezze svanite, domande mai poste, il desiderio di altro, una esistenza che volge al declino d’ improvviso scossa e mutata.
Un nuovo mondo relazionale ed una vicinanza insperata in una vita che avrebbe potuto essere altro ed ha vissuto l’ anomalia di quei giorni e di quei momenti, presto svaniti, senza il coraggio di agire e di vivere; il ritorno alla “ normalità “ inseguirà tutte le cose non dette e non fatte.
Due racconti rappresi in un bagno sentimentale e psicologico, riflessione protratta oltre la semplicità ed il dolore degli accadimenti, prigionieri delle proprie esistenze, spesso inermi, vite con vuoti e buchi incolmabili, e per raggiunti limiti di età, e per costruzione delle stesse, e per esaurimento delle forze psico-emozionali , lasciando un senso di fragilità onnipresente in una linea di continuità difficilmente modificabile.
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