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Quattro mediocri racconti
La produzione letteraria di Simenon è, a dir poco colossale, visto che fra romanzi e racconti si parla di circa 500 opere. Con una simile mole di lavori è quindi piuttosto ovvio, prima ancora che probabile, che non tutti siano riusciti bene, che in alcuni non si possano trovare le tradizionale grandi qualità del loro autore. Aggiungo inoltre che Adelphi, impegnata nella pubblicazione dell’intera produzione di Simenon sta cominciando a raschiare il fondo del barile e così può capitare che vengano stampate opere minori che, in taluni casi, francamente non sembrano riuscite. E’ questo il caso di Il fiuto del dottor Jean e altri racconti, quattro prose abbastanza lunghe scritte nel 1938 con i quali l’ideatore del celebre commissario Maigret cerca di dare vita a un nuovo personaggio, ma il tentativo secondo me è fallito, perché questo giovane medico di campagna, che si improvvisa investigatore, arrivando a risolvere casi con il solo intuito, è di modesto spessore, nel senso che non ha carisma, né è in grado di suscitare molte simpatie, tanto più che Simenon ha cercato di usare un tono leggero, quasi frivolo e un po’ scherzoso, caratteristiche che non essendo proprie dell’autore non riesce a trasferire in modo soddisfacente al suo personaggio. Mancano soprattutto quello stile incisivo che tutti riconoscono al narratore belga, quella straordinaria capacità di sondare l’animo umano e di proporre al lettore ambientazioni e atmosfere capaci da sole di avvincere; inoltre, le trame sono un po’ scialbe e le soluzioni piuttosto illogiche.
Non mi sono piaciuti questi quattro racconti che sembrano scritti da un altro Simenon, non quello che ci ha abituato a opere di elevato livello.