Dettagli Recensione

 
Underground
 
Underground 2018-07-16 16:21:23 Giovannino
Voto medio 
 
2.3
Stile 
 
3.0
Contenuto 
 
2.0
Piacevolezza 
 
2.0
Giovannino Opinione inserita da Giovannino    16 Luglio, 2018
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Reportage di una strage.

Come tutte le estati non è estate se non leggo un romanzo di Murakami, e quindi anche quest’anno ho deciso di prenderne uno. Stavolta La mia scelta è ricaduta su Underground, che non è poi un vero e proprio romanzo quanto più che altro un reportage, come dirò in seguito.

Non tutti infatti sapranno, o almeno ricorderanno, che nel 1995 la città di Tokyo fu sconvolta da un terrible attento. Nell’ora di punta alcuni seguaci della setta Aum perforano all’interno di una metropolitana delle sacche contenti il letale gas sarin e provocarono la morte di 12 persone e l’intossicazione di oltre un migliaio di altri passeggeri. La situazione portò in poche ore il Giappone, paese da anni pacifico e non incline a certe situazione, in uno stato di angoscia ed agitazione.

Murakami venne molto scosso da questo attentato, così come tutto il popolo giapponese, e decise così qualche anno dopo di intervistare i vari feriti nell’attentato ed anche i parenti delle vittime. Il libro così raccoglie in sequenza le testimonianze di queste persone che uno dopo l’altro raccontano come quel tragico giorno abbia cambiato le loro vite per sempre (in molti infatti ancora portano i segni dell’attentato). Nella seconda parte invece lo scrittore giapponese fa qualcosa di ancora più profondo e interessante, va ad intervistare chi di quella setta ne ha fatto parte.

Le interviste sono tutte a modo loro scioccanti e colpiscono per diversi motivi. Personalmente nella prima parte sono rimasto sorpreso dal vedere come la maggior parte delle vittime pur desiderando giustizia non provasse rancore verso gli attentatori, che in alcuni casi gli avevano portato via un parente. Mentre nella seconda parte ciò che più mi ha colpito sono state le giustificazioni dei membri della setta alla loro appartenenza nel gruppo.

Il libro è scritto senza dubbio bene, ma Murakami su questo è una certezza, ciò che però a lungo andare si fa sentire è forse la monotematicità dell’opera. Infatti dopo 7/8 interviste (sia nel primo caso che nel secondo) le dichiarazioni sembrano ripetersi e il lettore perde entusiasmo. Sicuramente un’opera originale e bene eseguita da parte di Murakami che però personalmente non mi ha convinto come uno dei suoi romanzi migliori.

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