Dettagli Recensione
Guardare in faccia la realta' e farsi un bicchiere
Stile alcolico, punteggiatura ribelle, periodi lunghi, tante parolacce. Sono i tratti distintivi di Bukowski, uno scrittore che se ne infischia delle regole. Le regole sono fatte per essere infrante. La massa non e' altro che un branco di pecore legate tra loro, incatenate ad una societa' erta su ideali fittizi. Una societa' piena di divieti, che schiaccia i piu' deboli, li deride, li umilia, e solo in questo trova la sua realizzazione. Quel povero diavolo che decide di uscirne, che ad un tratto si ribella alle oppressive manipolazioni morali e sociali, viene inequivocabilmente etichettato come pazzo, o ubriacone, o poco di buono. In fondo sono tutti sinonimi.
"Storie di ordinaria follia" e' sicuramente una delle piu' belle avventure underground mai regalate alla letteratura di tutti i tempi. A che servono trame articolate, stili virtuosistici e pudore letterario quando si puo' contestare l'ipocrisia della societa' moderna senza mezzi termini, semplicemente parlando di se stessi?
Un libro da leggere tutto d'un fiato, basato sulla storia di un uomo che vive la propria vita. La vive alla giornata. Non si priva di nulla, o di tutto. E' difficile dirlo. Egli beve, scrive, beve ancora, scopa, gioca ai cavalli, beve di nuovo, e' perfino in grado di amare, e di tanto in tanto lavora perche' purtroppo c'e' ancora bisogno del vile denaro per comprarsi il pane (o un paio di confezioni da 6 di birre).
A nome di tutti i lettori, dai piu' rozzi ai piu' acculturati, grazie Charles per averci narrato di te e averci aperto gli occhi come solo un artista puo' fare, spuntandoci addosso la tua verita'.