Dettagli Recensione
Quanto ad arrivare, si arriva sempre..
«E qual è quest’isola sconosciuta di cui volete andare in cerca, Se ve lo potessi dire allora non sarebbe sconosciuta, Da chi ne avete sentito parlare, domandò il re, ora più serio, Da nessuno, In tal caso, perché vi ostinate ad affermare che esiste, Semplicemente perché è impossibile che non esista un’isola sconosciuta» p. 16
Un racconto, una fiaba dove il traguardo non è la meta raggiunta ma il percorso da affrontare, è “Il racconto dell’isola sconosciuta” di José Saramago. Al suo interno l’autore ripropone tutti gli elementi che caratterizzano l’uomo e il suo essere e desiderare, in particolare il trinomio viaggio-vita-amore.
E non conta quella che è la meta da raggiungere, quel che viene alla luce è la paura che spaventa per le difficoltà che comporta, per la paura dell’ignoto, per la paura di non giungere mai a quel risultato finale desiderato e auspicato. Da qui la tendenza sempre più forte di rinunciare ai propri sogni e desideri già dalla partenza. Eppure, non servono grandi esperti, grandi strumenti, grandi viveri, carte nautiche o bussole, perché quel che occorre è semplicemente la voglia e il coraggio di salpare possibilmente accanto alla persona amata, al suo sostegno.
Il tutto attraverso l’immancabile e poetica penna di uno degli autori più riflessivi, affiancato, nel suo svilupparsi da illustrazioni che fanno sì che questo scritto sia adatto a tutti, ai grandi che desiderano tornare al tempo delle novelle, ai fanciulli che ancora ne respirano la magia.
«Avete di sicuro un mestiere, un’attività, una professione, come si dice adesso, Ce l’ho, ce l’avevo, ce l’avrò se sarà necessario, ma voglio trovare l’isola sconosciuta, voglio sapere chi sono quando ci sarò, Non lo sapete, Se non esci da te stesso, non puoi sapere chi sei [..] voi che ne pensate, Che bisogna allontanarsi dall’isola per vedere l’isola, e che non ci vediamo se non ci allontaniamo da noi, Se non ci allontaniamo da noi stessi, intendete dire» p. 31