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Uomini psicopatici
"Palpebre chiuse uno schermo di pelle, onirodipinti attraversano l’oscurità colorata di Giorno. Stanotte, in una pausa non sfiorata dalle ali del tempo, lui viaggia a quanto pare all’indietro."
Credevo di aver letto autori di tutti i generi prima di imbattermi in David Foster Wallace. L'autore è in grado di passare da passaggi ordinati e poetici ad argomentazioni del tutto sconfusionate.
La serie di racconti sembra quasi una sperimentazione di stili diffenti. Alcuni passaggi sono molto veloci, ridondanti e prolissi da sfiorare un'incredula comicità.
Solo alcune interviste, in realtà, le ho trovate interessanti. "La persona depressa" a parer mio è il racconto scritto meglio. Forse la depressione, che ha portato alla morte l'autore, è il sentimento che meglio Wallace riesce ad esprimere.
Non sono d'accordo in pieno alla definizione di "schifosi". Johnny Moncherino lo è perché approfitta della sua menomazione per circuire le donne e portarle a letto. Badate bene che le impietosisce con la sua "malformazione". Sicuramente un atteggiamento discutibile, ma la focomelia è una malattia così brutale che non penso che aprioristicamente si possa pensare come affrontare la vita e quindi porre giudizi su coloro che la subiscono.
L'uomo sul punto di morte, soffre di una forte di depressione post parto rivolta verso l'uomo. Sicuramente in lui questo sentimento è amplificato da insicurezze varie. Più che "schifosi" direi "problematici".
Ad ogni modo, escludendo quei pochi racconti che hanno tenuta alta la mia attenzione, per il resto il libro non mi ha lasciato molto.