Dettagli Recensione
Vite, uniche.
Oliver Sacks, neurologo classe 1933, ha dedicato la sua vita allo studio delle neuropatie e patologie più varie. Noto al grande pubblico per il suo “Risvegli”, l’autore è in realtà artefice di molteplici scritti e saggi destinati non solo agli “addetti ai lavori” ma anche ai non. “L’uomo che scambiò sua moglie per un cappello” non è altro che uno dei vari pazienti che Sacks ha avuto modo di studiare e conoscere durante la sua lunga carriera.
Nell’opera di cui al titolo lo studioso parte suddividendo in quattro categorie i deficit trattati: “Le perdite”, “gli eccessi”, “i trasporti” e “il mondo dei semplici”.
Ognuna di queste è analizzata con dovizia e attraverso uno stile lineare e conciso. La disamina del caso ha avvio attraverso l’enunciazione del fatto, procede con la descrizione dell’evento, prosegue ancora con l’analisi della patologia ed infine si conclude con un breve ma esaustivo approfondimento con carattere più tecnico-scientifico.
Peculiarità che inoltre avvalora l’opera è l’atteggiamento del medico nei confronti del paziente: quest’ultimo è e resta un essere umano, a prescindere dalla patologia di cui è affetto non diventa mai uno strumento, un oggetto di ricerca. Questa grande umanità, è senza dubbio, una delle caratteristiche maggiormente riscontrabili in ogni opera di Sacks
“L’uomo che scambiò sua moglie per un cappello” è dunque un romanzo di doppio interesse poiché da un lato consente al lettore di approfondire caratteristiche proprie dell’individuo singolo in relazione agli altri, a chi lo circonda, e dall’altro perché consente al medesimo di avvicinarsi all’universo degli ammalati, dimensione mai facile.
Il tutto è avvalorato da una penna fluente, chiara, erudita che arriva e conquista. In conclusione, un testo capace di soddisfare tanto dal punto di vista contenutivo che enunciativo, un elaborato succoso, ricco di spunti di riflessione e grandemente empatico.
«Il Dottor P. invece funzionava esattamente come una macchina. Non soltanto perché nei confronti del mondo visivo mostrava la stessa indifferenza di un calcolatore, ma perché – cosa ancora più sorprendente – costruiva il mondo come fa un calcolatore, servendosi di caratteristiche chiave e di relazioni schematiche. Era possibile identificare la struttura – facendo una sorta di “identikit” – senza minimamente coglierne la realtà»
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Commenti
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Se vuoi potresti iniziare proprio da questo romanzo per familiarizzare con l'autore, altrimenti, ti consiglio proprio "Risvegli" che, è forse, per completezza, l'opera migliore per conoscerlo :-)
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E mi hai così ricordato che mi ero assolutamente ripromessa di leggere qualcosa di questo autore :)