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L'accusa
 
L'accusa 2017-06-12 04:10:34 ornella donna
Voto medio 
 
4.3
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
4.0
ornella donna Opinione inserita da ornella donna    12 Giugno, 2017
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una voce clandestina in Nord Corea

L’accusa, edito da Rizzoli, di Bandi, riesamina storie proibite all’interno della Corea del Nord, tramite sette bellissimi racconti.
Scritto in segreto tra il 1989 e il 1995, contrabbandato nel paese nel 2013, questi brevi racconti offrono potenti intuizioni in un mondo dietro le pareti. Bandi è lo pseudonimo che cela uno scrittore appartenente all’associazione ufficiale degli autori nord-coreani, attivo nel paese di Kim. Infatti è la Corea del Nord l’universo claustrofobico dove sono costretti i personaggi dell’Accusa. Vi si narra di una patria maligna divisa per caste, dove vive anche l’autore. Ad esempio, vedi: Le famiglie 149, evocate dal racconto “La fuga.” E’ il destino in un numero:
“Classe sociale: famiglia numero 149”.
Un destino di condanna:
“Numero 149! Che brutta cifra. Come un ferro arroventato per marchiare le bestie.”
Perché:
“significa che la famiglia è stata deportata per decisione governativa relativa alla clausola 149, quella che punisce i ribelli e i traditori del Partito, i quali saranno perseguitati di generazione in generazione.”
E dinnanzi a questo destino non resta che la fuga. O la morte. O l’annichilirsi in una deriva esistenziale senza orizzonte, di sotterfugi e paura.
I racconti sono stati scritti tra l’ultimo scorcio di vita del Grande Leader Kim Il-sung, fondatore della Repubblica Democratica Popolare di Corea e l’inizio della carestia che uccise centinaia di persone. In mezzo sta la scomparsa di Kim e proprio il periodo del lutto è al centro di uno dei racconti. Si tratta, dunque, della Corea del Nord di un quarto di secolo fa, diversa di quella di oggi di Kim Jong-un. Ma non è un quadro geopolitico che va cercato nelle pagine di questo libro. Piuttosto vanno ricercati i dettagli di “un deserto ostile ed inospitale”, di “una società implacabile”, come si legge nel racconto “La scena”, vicenda di una recita che si fa realmente teatro dell’assurdo dai lampi disperatamente umoristici.
La particolarità di questo libro è che non si tratta di una fiction, per quanto alimentata dalla realtà. Resta, però, un mistero sull’identità di Bandi. E alcuni studiosi al proposito si sono mostrati prudenti.
E’ una opera di narrativa, e non un memoir, e il lettore è invitato ad immergersi nelle sue trame. Storie di un altro mondo. Di un altro mondo che continua a vivere, nonostante tutto, nel nostro tempo.

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Commenti

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L'ho letto anche io, uno scorcio di luce su un paese chiuso e totalitario.
Molto interessante anche nel mistero che evoca.
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