Dettagli Recensione
Un bicchiere di gin tonic
Avevo spesso sentito parlare di Carver, del suo stile essenziale privo di ogni cosa superflua. Ho scoperto che questa però non è una peculiuarità propria dell'autore, che questa sua fama di autore "essenziale" è merito del suo editor Gordon Lish, che tagliava interi pezzi delle sue opere come un barbiere taglierebbe i capelli a Tarzan.
Ho deciso definitivamente di leggere Carver quando ho visto "Birdman", film premio Oscar, in cui il protagonista è un attore teatrale impegnato a mettere in scena proprio un racconto dell'autore: quello che da il nome a questa raccolta che sto per recensire.
La peculiarità di Carver (almeno in questo caso specifico), sta nel lasciare la maggior parte dei racconti in sospeso. Se da una parte gli amanti delle storie fatte e finite (quelle dove il cerchio si chiude sempre) storceranno il naso, dall'altro alcuni saranno entusiasti dello spazio che verrà lasciato alla fantasia del lettore, che si potrà lasciare andare a riflessioni e cercherà disperatamente di entrare in contatto con i personaggi, in modo da provare a indovinare come la storia potrebbe andare a finire. Personalmente, mi schiero con i secondi, e devo dire che Carver, in poche pagine del racconto, ci da tutto quello che è necessario per concludere la storia per conto nostro. Potremmo indovinare cosa farà un personaggio, in base a quelle poche cose che gli abbiamo visto fare e che l'autore è stato così bravo a mettere in risalto.
Nei diciassette racconti di questo libro, il tema principale (come è chiaro dal titolo) è l'amore. L'amore in alcune delle sue infinite sfaccettature: quello sincero; quello appena sbocciato; quello che non sfiorisce nemmeno nella vecchiaia; quello passionale; quello possessivo che spesso sfocia nel violento e che può finire in tragedia. L'amore che è stato, ma che ormai è finito. Ma a quali di questi ci riferiamo quando parliamo d'amore? Qual'è l'amore autentico? Tutti. E nessuno.
L'amore è un sentimento troppo grande e complesso: ingloba in sé molti altri sentimenti ed emozioni e questi ultimi non fanno altro che dargli una sfumatura diversa, rendendo impossibile tracciare i contorni. Non lo si può inquadrare pienamente, mai. Non ci riusciamo noi, e non ci riescono nemmeno i quattro personaggi di Carver che sono seduti attorno a un tavolo a bere gin tonic e a provare a dare una definizione a questo sentimento indefinibile.
Dunque: "Di cosa parliamo quando parliamo d'amore?"
In fondo la risposta la conosciamo tutti, ed è: non lo sappiamo, e non lo sapremo mai. Ne parliamo e basta. L'amore è tutto e niente, è il più grande sentimento che proviamo, ma è anche il più grande mistero dall'alba dei tempi, ed è forse il suo essere così enigmatico ad attrarci tanto. Proviamo a sviscerarlo con la mente, ma arriviamo a capirne qualcosina soltanto quando lo sentiamo col cuore. E ogni volta non è mai uguale al precedente.
In questa sua fatica è come se Carver avesse tentato di sviscerare l'amore come a volte proviamo a fare noi, ad analizzarlo nelle sue varie forme, e anche se non ci è riuscito ci lascia comunque un gioiellino da ammirare. E questo, almeno a me, basta e avanza.
"Le cose cambiano, dice lui. Non so come. Ma le cose cambiano, e senza che nessuno se ne accorga o lo voglia. [...] Però non si muove dalla finestra, ricordando quella vita passata. Avevano riso. Appoggiati l'uno all'altra, avevano riso fino alle lacrime, mentre tutto il resto - il freddo e dove lui era andato in quel freddo - restava di fuori, almeno per un po'."
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Commenti
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innanzitutto grazie dei complimenti. Per quanto riguarda la malinconia dei racconti, sono d'accordo che par la maggior parte sia così, ma quello che mi sento di aggiungere è che questa non è una prerogativa di Carver. La letteratura autentica è colma di storie malinconiche, perché in fondo è la vita ad esserlo in certi casi e in certi momenti. Questo tipo di letteratura non fa altro che essere realista, ed io amo il realismo, per quanto triste possa essere, molto spesso.
E' per questo che i racconti mi sono piaciuti, anche se forse ce ne sono alcuni trascurabili. Però posso dirti che, oltre a quello che da il nome alla raccolta, per esempio "Distanza" è davvero un bellissimo racconto.
Vale.
Vale.
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