Dettagli Recensione
La profezia
È la prima volta che uno scritto di Zweig mi delude e questo crea in me una difficoltà di esprimere le ragioni che sottendono a questa delusione. La prima alla quale mi appiglio è la brevità, ma – presa singolarmente- sarebbe ben poca cosa; unita ad essa una debole struttura narrativa se paragonata a quelle che animano altri suoi scritti brevi quali “Novella degli scacchi” o “Sovvertimento dei sensi”. In ultimo un’assenza quasi totale del suo spirito che ritrovo solo quando debolmente ci sussurra che il mondo procede per via diretta verso repentini cambiamenti:”..tutto ciò che è unico diventa sempre più prezioso in questo nostro mondo che va fortemente divenendo più uniforme”. Qui la delusione verso il cambiamento è resa attraverso il destino di un uomo di grande cultura, di grande capacità intellettiva che viene annientato dai tempi i quali, per natura, per scelta, con ostinazione, con rassegnazione, subisce nel momento in cui non li riconosce e non li vive. Mendel è totalmente assorbito dalla sua inumana capacità di accumulare dati e informazioni sui libri, dal Caffè Gluk, dove vive appartato dal mondo, è punto di riferimento per pochi eletti di Vienna, non perché scelti personalmente da lui ma perché naturalmente selezionati dalle loro attività intellettuali che li portano, quando si trovano in una qualche difficoltà di reperimento del testo, a farsi aiutare da questo alto ingegno. Saranno proprio loro poi a rappresentare all’uopo una momentanea ancora di salvezza in un periodo in cui la barbarie del nostro piccolo mondo sarà capace di generare campi di internamento in ogni Paese coinvolto nella prima guerra mondiale. È chiaro l’intento di denuncia , è emblematica la mestizia del personaggio, è inaccettabile il suo destino e con essa anche la triste profezia che essa racchiude : la vittoria della caducità e dell’oblio. I nostri tempi ne sono una triste conferma. Dov’è la cultura dei libri?
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Commenti
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grazie...ma non mi do per vinta: altri due nelle vicinanze! sempre novelle brevi.
Secondo il mo modestissimo parere, se si comincia a leggere Zweig da altri titoli capolavoro come Magellano, inevitabilmente scatta un po' di delusione.
Io personalmente prediligo lo Zweig dei romanzi storici piuttosto che il novelliere.
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E dimostra quanto sia soggettiva la letteratura, io l'ho appena letto e l'ho trovato così emozionante!
Ciao, Manu