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Episodi di vita tra brevitas e concinnitas.
Nelle sue magistrali “Lezioni americane” Italo Calvino sosteneva che il racconto, per la sua brevità, è il genere letterario da preferire, in quanto in esso è più facile mantenere desta l’attenzione del lettore e la tensione della narrazione. Egli fa riferimento alle Operette morali di Leopardi, come uno dei numerosi esempi di letteratura italiana in cui “ il massimo dell’invenzione e di pensiero è contenuto in poche pagine.” D’altra parte anche la letteratura straniera offre numerosi esempi di eccellenti narratori di opere brevi, si pensi a Edgar Allan Poe o a Borges, solo per citarne due. Eppure il racconto è stato a volte paradossalmente considerato un genere minore rispetto al romanzo, frutto di una narrazione più articolata, che può contenere al suo interno digressioni che costituiscono dei veri e propri racconti a sé stanti funzionali rispetto all’opera nel suo complesso.
Alice Munro, premio Nobel 2013, è nota per la sua prosa elegante e per i suoi racconti brevi. “Una cosa che volevo dirti da un po'” è una raccolta pubblicata nel 1974 e ora edita in Italia da Einaudi.
È straordinaria la capacità di questa scrittrice di narrare in poche pagine episodi di vita assolutamente attinenti alla realtà quotidiana, soffermandosi sui sentimenti e le passioni dei personaggi, con tale empatia da rendere palpabile il dolore che li affligge, o il piacere che li trascina. Il mondo della Munro è quasi sempre al femminile e la sua narrazione procede per lo più in prima persona, proprio per dare maggiore veridicità ai fatti che racconta. Sono donne, le sue, inclini ad analizzare se stesse e le persone con cui si rapportano, sono donne che raccontano l’amore, con nostalgia, rammarico, rancore, delusione. Spesso è il tradimento al centro di una storia sofferta, spesso è il difficile rapporto tra fratelli e sorelle e l’ancor più difficile rapporto genitori-figli. La Munro procede con una capacità di analisi che scava nel subconscio e fa emergere ferite nascoste mai veramente dimenticate. E il mondo che circonda i personaggi è ugualmente descritto con tratto realistico per offrire al lettore un quadro complessivo veritiero. L’eleganza della prosa della Munro e la sua capacità di delineare in pochi tratti fatti e personaggi, fanno sì che ogni racconto si espanda nell’immaginazione del lettore. È un’intera vita che si concentra e si dilata nello spazio di un episodio, come avviene effettivamente nella breve esistenza dell’uomo.
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Non essendo lettore di racconti, con quest'autrice mi son fermato al primo libro letto. Non so neppure se abbia scritto romanzi di valore.
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