Dettagli Recensione
Scomode verità
Raccolta di tredici racconti pubblicati nel 1974 e ora apparsi, per la prima volta, in Italia. Si tratta di storie brevi affidate ad un narratore esterno, in pochi casi, la maggior parte invece orchestrati da una voce narrante in prima persona, femminile, rigorosamente. Sono storie intense e dolorose, sapientemente gestite da un registro stilistico sobrio, rigoroso, efficace, una scrittura che in modo asciutto racconta la realtà dei fatti, pochi, mentre va a infrangersi nel composito universo emotivo femminile fatto di sensazioni, emozioni, reazioni, ma soprattutto relazioni. La Munro è una maestra nel restituirci quel sentimento negato, offuscato, quell’universo di pensieri che agitano le nostre menti, e parlo da donna, intrecciandosi, dissolvendosi, alimentandosi, nel nostro cuore, nel nostro umano sentire, quando siamo figlie, mamme, sorelle, mogli, amanti, zie, nonne.
Ogni racconto apre una breccia temporale che procede a ritroso, si parte da un pretesto narrativo contemporaneo per andare a ripercorrere il passato: uno sguardo retrospettivo che non genera soluzioni, non porta conforto, non risolve conflitti anzi li rinnova, nell’atto stesso del raccontarli. In alcuni casi si restituisce un frammento di infanzia (“La barca trovata”, “Giustizieri”), personalmente mi sono parsi i testi meno riusciti; in altri si percepisce il peso della vecchiaia ( “Una cosa che volevo dirti da un po’”,”Marrakesh”, “Vento d’inverno”), sono quelli che ho prediletto, in altri cogliamo donne nella piena maturità ma ancora profondamente irrisolte (“Materiali”, “Come ho conosciuto mio marito”, “Perdono in famiglia”,”Dimmi se sì o no”, “La dama spagnola”, “Cerimonia di commiato”, “L’Ottawa Valley”).
Solo un racconto si focalizza su un protagonista maschile, non mi è piaciuto affatto.
Si tratta insomma della restituzione di verità nascoste, di sentimenti, spesso malsani ma così frequenti e umani, di verità scomode lasciate affiorare affinché un penna magistrale potesse coglierle, essenzialmente, senza gravarle di ulteriore peso, tantomeno di quello del giudizio. Ci ritroviamo tutte, penso. Il difficile è ammetterlo.
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