Dettagli Recensione
Leggere non sopporta l’imperativo…
Daniel Pennac nelle sue opere ha dato vita a numerosi conturbanti personaggi e assurde creature, in questo libro invece, si misura nell’impresa titanica di fronteggiare lui stesso un mostro terrificante: La Lettura.
Spoglio di pregiudizi e di toni accademici, l’Autore, armato solo della sua penna e della sua rivoluzionaria “contro-pedagogia” ("che pedagoghi eravamo quando non ci curavamo della pedagogia!"), si schiera al fianco dei deboli in questo scontro epocale tra il mostro e le sue vittime… Si schiera al fianco di adolescenti e non, terrorizzati dall’indomata bestia, dimostrando che a ben vedere poi se avvicinata con pazienza e addomesticata questa può diventare la formidabile ed insostituibile compagna che chi, da tempo ormai, affonda il naso fra le pagine profumate di carta, inchiostro e fantasia, ha già imparato a conoscere ed amare.
Verso il finale questo piccolo libro regala qualcosa di unico e inestimabile, “I diritti imprescindibili del lettore”, che in barba al dover leggere, ai dogmi sul come e cosa leggere, riportano la lettura ad una dimensione più emancipata, fruibile, spontanea e passionale.
1. Il diritto di non leggere
2. Il diritto di saltare le pagine
3. Il diritto di non finire un libro
4. Il diritto di rileggere
5. Il diritto di leggere qualsiasi cosa
6. Il diritto al bovarismo (malattia testualmente contagiosa)
7. Il diritto di leggere ovunque
8. Il diritto di spizzicare
9. Il diritto di leggere a voce alta
10. Il diritto di tacere
“Come un romanzo” è in grado di cambiare radicalmente la prospettiva sulla concezione della lettura, ampliandone indefinitamente i confini e fornendo spunti di riflessione, riconsegnandoci un piccolo squarcio di libertà di cui è bellissimo ed impagabile riappropriarsi.
Indicazioni utili
e/o a chi sia disposto a mettere in discussione il proprio punto di vista
Commenti
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Personalmente ritengo difficile definirlo "impositivo" o "arrogante", in quanto ci ho sempre visto un tentativo di andare incontro ad un problema reale (quello della scarsa affinità alla lettura di alcuni adolescenti) proponendo spunti di riflessione, possibili soluzioni e un punto di vista alternativo, rovesciato se vogliamo, quindi più praticabile forse perchè più vicino allo scolaro inadempiente...
Certo assume spesso un sapore dissacrante, sferzante a tratti ma non percepisco arroganza o imposizioni... Analogamente quella dei diritti del lettore, mi sembra più l'offerta di una traccia percorribile a chi si sentisse escluso dal mondo dei "bravi lettori", piuttosto che una ossimorica "dittatura dei diritti", anche perchè le dittature le si fanno soffocando i diritti altrui più che suggerendone di nuovi. Inoltre non credo che fra gli intenti di Pennac ci sia la benchè minima intenzione di schiacciare l'autonomia nelle decisioni quanto piuttosto la volontà di elicitarla.
In conclusione posso dire di non sentire affatto la minaccia del paventato allarme di anarchismo che dovrebbe nascere dalle righe di questo libro.
Sono comunque felice che, sebbene abbiamo opinioni abbastanza divergenti, tu abbia apprezzato la mia recensione e ho grande considerazione del confronto per cui ti ringrazio molto anche per il commento.
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