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Delicatezza e dignità
È il mio terzo Zweig nell'arco di pochi di giorni.
Direi che questo autore ha colpito nel segno.
Direi che leggere questo racconto è stato un vero piacere, balsamo per l'anima di un lettore appassionato.
È la storia di un ricordo...un ricordo dapprima sfuggente, che non prende forma, e poi, pian piano si fa strada nella memoria portando con sé tutto un patrimonio di emozioni.
Il protagonista del ricordo è Jakob Mendel, detto Mendel dei libri, uomo dalla straordinaria capacità di memorizzare tutti i cataloghi di libri, autori, pubblicazioni, costi...e della sua vita priva di senso al di fuori delle lettere stampate.
Non c'era posto per nient'altro, neanche per la guerra, quella guerra che lo priverà di tutto, anche del suo dono.
Mendel non sara più lo stesso, ma anche il mondo, dopo una guerra mondiale, non lo sarà piu...
Dentro queste poche pagine troviamo tanta dolcezza, tristezza, tenerezza, ma anche rispetto verso chi ha dedicato la propria vita ad una passione così totalizzante che, inconsapevolmente, è stata la sua rovina.
"I libri si fanno solo per legarsi agli uomini al di là del nostro breve respiro e difendersi così dall'inesorabile avversario di ogni vita: la caducità e l'oblio".
Forse a questa novella manca la suspance psicologica che ho respirato in "Paura", il dolore e lo struggimento di "Lettera di una sconosciuta", ma ho trovato una delicatezza, un contegno e una dignità che difficilmente mi faranno dimenticare quest'uomo e il suo mondo fatto solo di parole scritte.
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