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Da dove sto chiamando
 
Da dove sto chiamando 2016-08-11 20:35:42 Antonella76
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Antonella76 Opinione inserita da Antonella76    11 Agosto, 2016
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Istantanee di vita...



37 racconti asciutti, diretti, precisi.
Attuali.
Racconti che dicono tanto, eppure, ti lasciano sempre...in attesa.
Carver ti fa entrare dentro uno squarcio di storia, dentro un "momento" di vita, magari un attimo prima o un attimo dopo qualcosa di importante, ma mai durante...ti fa guardare da vicino dinamiche (perlopiù di coppia), piccoli dettagli, frammenti apparentemente trascurabili, e all'improvviso, proprio quando tu sei coinvolto, ti abbandona...ti lascia il tempo e lo spazio per elaborare ciò che hai letto, per dargli un senso, per prendere da ogni racconto quello di cui tu hai bisogno in quel momento.
Non esistono finali, né belli, né brutti...tutto è sospeso, ma di certo non manca una certa tensione di fondo.
I personaggi sono prevalentemente cinici, poco emozionali,...l'alcool è il comune denominatore di tutti i racconti, fa da sfondo a momenti di grande solitudine, disperazione, violenza, malinconia, rassegnazione...
Entri nelle case dei suoi proragonisti, ti siedi sul loro divano e ascolti i loro dialoghi, così essenziali eppure così densi di significati, spesso non detti, celati dietro frasi lasciate a metà o taciute del tutto.
Ci sono stati alcuni racconti che mi hanno fatto male (nel senso bello del termine, masochisticamente parlando), uno su tutti "Una cosa piccola, ma buona"...straziante nella sua compostezza...su quelle pagine ci ho lasciato un pezzettino di cuore.
E poi "Cattedrale"...meraviglioso: può un cieco insegnare a "guardare" a colui che gli occhi li ha buoni? Sì, può...Carver ci dimostra che può!
E poi una piccola chicca, "L'incarico", dove vengono ripercorsi gli ultimi giorni di vita di Cechov, attraverso lo sguardo di un giovane cameriere d'albergo.
Mi sembra di aver capito che questa raccolta sia composta da racconti selezionati dallo stesso Carver, nella versione originale, integrale, prima di passare sotto le forbici dell'editore.
C'è tutta una questione intorno al "minimalismo" di Carver e al suo rapporto con l'editor Gordon Lish, che tagliava per oltre il 70% i suoi scritti, snellendoli...e quanto questo non fosse gradito all'autore stesso.
Comunque mi piace, questo autore mi piace.
È come un fotografo delle piccole cose, non di paesaggi e orizzonti lontani, ma di particolari...non so come spiegare, ma leggendo i suoi racconti è come se visualizzassi delle istantanee: una ruota di bicicletta, un bicchiere su un tavolo, un vaso con una pianta avvizzita, un letto sfatto, un posacenere sporco, una vestaglia da camera appesa ad una sedia, una torta mai mangiata...
Così. E non è poco.

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